Krister Cantoni sui playoff fallimentari del Lugano: «Non è colpa solo degli stranieri».
Sull'anno prossimo: «Penso vedremo sempre più l'impronta di Hnat Domenichelli».
LUGANO - Il Lugano ha chiuso mestamente la sua stagione contro il piccolo Rapperswil, che nell'arco delle cinque partite dei quarti si è rivelato grande. I bianconeri hanno completamente fallito l'appuntamento con i playoff e ora negli uffici della Cornèr Arena servirà una profonda analisi: assisteremo a una rivoluzione? Se in panchina non sembrano esserci più dubbi circa il futuro di Serge Pelletier, anche la rosa potrebbe subire diversi scossoni.
«Chiaramente tutti si aspettavano che il Lugano passasse il turno - le parole di Krister Cantoni - Bisogna ammettere che in questa serie non abbiamo certo visto un bel Lugano, ma è giusto dare credito al Rapperswil. Tatticamente erano messi in pista benissimo, hanno sfruttato le loro occasioni seguendo alla lettera il sistema di gioco attuato dal coach. Non va dimenticato che soltanto una settimana prima hanno eliminato persino il Bienne».
Eppure il Lugano era nettamente più forte... «Forse hanno pensato che il Rapperswil non avrebbe potuto mantenere il ritmo così alto ancora per tante partite. Penso che giocatori e staff tecnico siano rimasti sorpresi dal livello con cui hanno giocato i sangallesi. Se guardiamo anche ieri, nell'overtime le occasioni più grandi le hanno avute loro...».
Ci sono diversi elementi dai quali era lecito attendersi molto di più. In particolare dagli stranieri... «Loro sono sempre chiamati a fare la differenza. Ma prendiamo da esempio lo stesso Rappi: ha vinto due partite anche senza Cervenka e nelle ultime settimane è stato trascinato dai vari Wick, Clark, Lehmann ed Egli. Questo dimostra che nei playoff non puoi dipendere solo dagli stranieri, spesso sono altri giocatori che devono prendere per mano la squadra».
A Pelletier viene imputato di aver spremuto troppo i giocatori chiave... «È vero che i vari Arcobello, Boedker ed Heed hanno trascorso molto tempo sul ghiaccio e forse sono arrivati un po' cotti all'appuntamento. Lajunen invece l'ho visto più in forma poiché ha saltato diverse partite potendo preparare il fisico per i playoff. Diciamo però che sì, in generale, il Lugano è sembrato scarico. Non va però dimenticata nemmeno la componente Covid, ci sono diverse persone che impiegano diverso tempo prima di riprendersi. Sono aspetti dei quali nessuno dall'esterno è a conoscenza, ma è giusto metterli nel calderone».
Il futuro del tecnico bianconero è ormai segnato. «Sarà molto difficile che Serge venga confermato. Ci sono inoltre diversi giocatori in scadenza a cui non verrà proposto un rinnovo. È arrivato il momento di ricostruire, fa parte del processo e sono convinto che l'anno prossimo vedremo sul ghiaccio la squadra di Domenichelli il quale, insieme alla società, porterà in avanti le sue idee. Bisogna pulire il tavolo e ricominciare. Non da zero, ma quasi...».