Stefano Togni: «McSorley? Non so cosa succederà, ma se dovesse arrivare vedremmo un Lugano completamente diverso».
Questa sera avrà luogo gara-3 delle semifinali dei playoff: «Lo Zugo chiuderà la serie, mentre per il Ginevra non sarà così semplice espugnare l'Hallenstadion».
LUGANO - Terminato il campionato di National League – nei quarti di finale dei playoff contro il Rapperswil – per il Lugano è giunto il momento di voltare pagina.
Dopo i primi colloqui e in attesa di presentare la propria strategia per la prossima stagione, la società bianconera ha già comunicato alcune partenze importanti.
Saranno infatti ben nove i giocatori a lasciare la Cornèr Arena: Zurkirchen, Wellinger, Antonietti, Suri, Lajunen, Romanenghi, Bürgler e Zangger – tutti in scadenza – così come Lammer, il quale ha risolto consensualmente il suo contratto con i ticinesi. «Sembra proprio una rivoluzione completa», ha analizzato l'ex giocatore di Lugano e Ambrì degli anni '90 Stefano Togni. «Adesso bisognerà vedere quale tipologia di elementi verranno acquistati al loro posto. Con tutte le novità che ci saranno, la squadra avrà inevitabilmente bisogno di qualche anno per gettare delle nuove basi e iniziare un lavoro a lungo termine, con lo scopo di costruire una struttura solida nel tempo».
Come vedi la situazione legata a Pelletier? Negli ultimi giorni le voci su McSorley si sono fatte più insistenti e tutti questi cambiamenti lasciano intendere che il suo arrivo potrebbe essere imminente. «Non so cosa succederà, ma se dovesse arrivare McSorley vedremmo sicuramente un Lugano completamente diverso. La squadra sul ghiaccio diventerebbe molto più fisica e con lui arriverebbero degli elementi adatti al suo stile di gioco vulcanico. Pelletier? Sono dell'idea che abbia svolto un buonissimo lavoro, soprattutto se si calcola che quando è arrivato, un anno e mezzo fa, la squadra era 11esima e lui l'ha portata due volte nei playoff, cogliendo anche il secondo posto in regular season in questa stagione. Ha mostrato un buon gioco e ha dato un identità alla squadra, ma ci sono stati dieci giorni in cui è girato tutto storto. In questi casi molte volte è poi l'allenatore a farne le spese, anche se il suo bilancio alla Cornèr Arena è positivo. Ora tocca alla società decidere quali strategie adottare».
Era difficile immaginare che Sannitz e compagni - secondi dopo la stagione regolare - venissero estromessi nei quarti di finale dal Rapperswil, piazzatosi in decima posizione. «È sicuramente stata un'eliminazione clamorosa, perché durante la stagione i bianconeri hanno messo in evidenza un buon gioco. Il gruppo ha vissuto un finale di regular season sopra le righe ed è purtroppo arrivato nei playoff un po' a corto di energie. Il 6-2 maturato in gara-1 ha inoltre dato troppa sicurezza al gruppo, che forse inconsciamente era convinto di avercela fatta troppo presto. Nei playoff però nessuna partita è facile e i sangallesi sono stati bravi a mettere sul ghiaccio l'attitudine giusta. Sotto questo aspetto il Lugano dovrà sicuramente migliorare, poiché nei playoff bisogna arrivare al top della forma e non scarichi».
Questa sera avrà luogo gara-3 del penultimo atto (best of five). Zugo e Ginevra conducono la serie 2-0, con i Tori che ospiteranno il Rapperswil e le Aquile che saranno di scena a Zurigo. «Sono convinto che lo Zugo chiuderà i conti, mentre penso che per il Ginevra non sarà così semplice prevalere all'Hallenstadion. Lo Zurigo cercherà in tutti i modi di ribaltare la serie sul ghiaccio amico. In ogni caso il Servette sta davvero esprimendo un bel gioco, è forte, completo in tutti i reparti e può vantare quattro stranieri complementari e in grado di fare la differenza. E, oltre a questo, ha un roster molto simile a quello dei Tori».