Intanto Marcus Thuram, che domenica disputerà la finale con la Francia, riscrive la storia insieme a papà Lilian.
Vissute d’un fiato le semifinali che hanno promosso Argentina e Francia, che domenica si contenderanno il trono del calcio Mondiale (16.00), in Qatar è ufficialmente iniziato il conto alla rovescia per la finalissima. Prima, come antipasto - per alcuni un po’ “rétro” e persino superfluo - ci sarà la finalina tra Marocco e Croazia, in agenda sabato alla stessa ora.
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Fernando Santos ha lasciato la panchina del Portogallo, esattamente cinque giorni dopo l'eliminazione maturata nei quarti di finale dei Mondiali per mano del Marocco (0-1). Le due parti si sono accordate per mettere un termine al percorso di grande successo, iniziato insieme nel mese di settembre del 2014. Ricordiamo che con il tecnico 68enne in panchina, i lusitani hanno conquistato gli Europei del 2016 e la Nations League del 2019.
«L'Argentina è una squadra forte come la nostra, una squadra che lavora molto bene e ha il migliore giocatore del mondo», parola di Antoine Griezmann, che in vista del duello con l’Albiceleste esalta e rende onore a Messi, leader in stato di grazia e trascinatore della selección. «Domenica sarà una partita molto difficile. La finale sarà decisa dai dettagli: un'azione, un calcio d'angolo, una punizione, un contropiede...». La Francia, dalla sua parte, ha comunque un certo Mbappé ed è forte del titolo conquistato nel 2018.
Con una finale all’orizzonte, in casa Francia bisogna fare attenzione a tutti i dettagli e non può non destare un po’ di preoccupazione il virus che ha colpito alcuni elementi della rosa. I primi sono stati Upamecano (ieri in panchina) e Rabiot, rimasto in hotel preda di sintomi influenzali, che oggi hanno interessato anche Coman. «Non c'è particolare preoccupazione per una possibile epidemia - ha commentato il ct Deschamps, calmando le acque - Sono casi di febbre dovuti agli effetti dell’aria condizionata nei vari ambienti, acuiti dagli sforzi sul campo». Intanto, per precauzione, nella “mixed zone” sono ricomparse le mascherine e sui tavoli il gel idroalcolico.
Di padre in figlio. Lilian e Marcus Thuram, protagonisti della Francia di un tempo e di quella attuale, hanno già riscritto la storia del calcio. Con la qualificazione dei transalpini alla finalissima in Qatar, per la prima volta una coppia “padre-figlio” avrà così disputato una finale dei Mondiali di calcio. Marcus, domenica, “eguaglierà” papà Lilian, ex pilastro dei Blues che di finali ne ha raggiunte addirittura due: quella vinta nel 1998 in casa e quella persa nel 2006 a Berlino.