«Verstappen? Ingiustizia come la Mano de Dios di Maradona. Qualsiasi tribunale ci avrebbe dato ragione»
Wolff tra paure e delusione: «Non avremmo voluto vincere in Tribunale».
BRACKLEY - Il Mondiale di Formula 1 è andato in archivio da una settimana ma Red Bull e Mercedes non hanno ancora smesso di pensare a quanto accaduto ad Abu Dhabi. E se da una parte, quelli della Casa della bibita energetica, sono impegnati a festeggiare, dall’altra stanno ancora cercando di farsi una ragione per quel che considerano un vero e proprio furto.
Un furto. Niente di meno. Questo pensa di aver subito Lewis Hamilton il quale, divisosi in questi giorni tra mille impegni ufficiali - ma evitando il Gala parigino della FIA, al quale era invece obbligato a partecipare - non ha ancora deciso cosa fare in futuro. L’ex campione del mondo ha infatti fatto sapere ai dirigenti dell’azienda che, a causa di quanto successo nel finale di campionato, non è certo di voler continuare a sedere nell’abitacolo della sua monoposto. Per questo motivo tra Brackley e Stoccarda stanno provando a correre ai ripari immaginando una nuova stagione senza una vera e propria prima guida. Per questo motivo, per trovare un compagno a George Russell, hanno “rallentato” il passaggio all’Alfa Romeo di Valtteri Bottas e preallertato il campione di Formula E Nyck De Vries.
Un furto, niente di meno, è considerato pure da Toto Wolff, che ancora non ha del tutto voltato pagina e non ha mostrato alcuna voglia di distribuire sorrisi di circostanza. «Mi sono complimentato con Verstappen, che ha completato una grande stagione, e ho sentito Chris Horner, ma quanto successo va oltre lo sport - ha graffiato il 49enne manager, direttore esecutivo delle Frecce d'argento dal 2013 - Quella che abbiamo subito è un’ingiustizia paragonabile alla Mano de Dios di Maradona (al Mondiale 1986, quando Diego beffò Shilton e l’Inghilterra, ndr) o al gol dell’Inghilterra a Wembley nel Mondiale del 1966. Una decisione ingiustificata e incoerente del direttore di gara Michael Masi ha fatto perdere il titolo a Lewis, non c'è altro da dire. Noi, come Mercedes, ci saremmo potuti appellare e qualsiasi Tribunale ci avrebbe dato ragione. Non era in ogni caso nostra intenzione vincere così il Mondiale. E poi la FIA sarebbe stata contemporaneamente l’imputato e il giudice: come nella gara di Abu Dhabi ci saremmo trovati in una situazione di totale impotenza. Io e Lewis siamo disillusi, ci piange il cuore».