Il Mondiale resta apertissimo, ma a Maranello devono capire che i Mondiali non si vincono a suon di pole position
E la Mercedes? Potrà tornare in gioco dopo il sorriso di Montréal?
MARANELLO - La Formula 1 è bugiarda. Quasi come una moneta da cinque euro. La Red Bull conduce 7-2 sulla Ferrari nel numero delle vittorie, Max Verstappen ha 49 punti di vantaggio su Charles Leclerc. Ma il campionato è ancora molto più aperto di quanto non racconti l’aritmetica. Quel 7-2 non racconta tutta la verità, ovvero il fatto che la Ferrari abbia perso (per colpa soltanto sua) tre gare che stava dominando (Barcellona, Montecarlo e Baku) ed è uscita sconfitta dal Gran premio del Canada nonostante la SF-75 fosse la vettura più veloce in pista. Quel 7-2 potrebbe essere tranquillamente un 5-4.
Il problema è che in Formula 1 non basta conquistare le pole position (6 Leclerc, 2 Verstappen, 1 Perez) per conquistare dei punti. La mancanza di affidabilità è costata carissima alla Ferrari togliendo a Leclerc due vittorie certe, il resto lo ha fatto il suicidio di Monaco. Verstappen quando non ha finito le gare non avrebbe vinto comunque. La differenza sta tutta qui. Per la Ferrari che oggi si dice tranquilla sull’affidabilità dei motori («Non sono preoccupato per le prossime gare», ha detto Binotto) adesso deve cambiare marcia per far seguire i fatti alle parole.
A luglio ci saranno quattro gare in Europa. Per rientrare realmente in corsa per il campionato Leclerc deve cominciare a ridurre il gap da Verstappen. Arrivare alla sosta e quindi oltre metà campionato con più di 50 punti di distacco potrebbe essere poi pesante da recuperare.
Dal Canada si torna in Europa con un’altra domanda: la Mercedes può tornare in gioco? Il sorriso di Lewis Hamilton, il primo della stagione, è l’indizio di un “come back” o solo un messaggio falso? La risposta più autentica la avremo solo a Silverstone quando la Mercedes metterà in pista una monoposto decisamente modificata. Ha l’affidabilità, ma mancano le prestazioni. Il podio di Montréal non deve illudere. Con Perez in pista e senza la penalizzazione di Leclerc, Hamilton e Russell non sarebbero mai arrivati tra i primi quattro. Un miglioramento c’è stato, ma non abbastanza per avvicinare Red Bull e Ferrari. Piuttosto a lasciare perplessi sono i mancati progressi di squadre come Aston Martin o McLaren che quest’anno non riescono proprio a raddrizzare la stagione aggiungendo errori su errori a vetture poco competitive.
La lotta per il titolo difficilmente si allargherà. Sarebbe già un successo tenere tutto aperto tra Red Bull e Ferrari fino alle ultime gare della
stagione.