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F1 terrorizzata dalla noia Red Bull dominante, vincesse sempre sarebbe un disastro
Copiano chi li ha copiati.
MELBOURNE - La Formula 1 che arriva in Australia per il terzo Gran Premio stagionale rischia di fare come un palloncino tra le mani di un bambino: di sgonfiarsi improvvisamente. Dopo aver promesso battaglie indimenticabili e aver costruito uno show televisivo come Drive to Survive che ha conquistato milioni di nuovi fan, ha paura della monotonia che rischia di soffocarla. Un campionato con 23 vittorie Red Bull distruggerebbe infatti quanto di buono costruito negli anni dopo la pandemia. Il rischio esiste, inutile nasconderlo.
Così, non potendo pretendere di far partire ogni volta Max Verstappen dalla quindicesima posizione, non resta che prepararsi a un uso massiccio e molto americano della Safety Car per ricompattare il gruppo. Ne abbiamo avuto un esempio a Gedda, quando dopo il ritiro di Stroll che era andato a parcheggiare la sua Aston Martin fuori traiettoria, i commissari hanno deciso di chiamare in pista un’inutile Safety. Potrebbe diventare l’unico modo per rallentare una Red Bull in fuga ed evitare che tutti gli altri vengano doppiati. Un escamotage artificiale e poco sportivo, ma per ora l’unico a disposizione. Il resto potranno farlo gli inseguitori, cercando di rattoppare le falle delle loro monoposto nate male (Mercedes e soprattutto Ferrari) o di migliorare ancora di più auto che, come la Aston Martin, hanno già compiuto un enorme salto di qualità.
Fernando Alonso può essere un elegante anti-noia, a patto che non ci si illuda di vederlo volare via davanti a Verstappen o a Perez. Può resistere un paio di giri. Non di più. Forse solo a Montecarlo gente come lui o Leclerc possono far saltare il banco grazie a una pista dove sorpassare è da sempre un optional e con monoposto lunghe come un minivan quasi impossibile.
Domenica scorsa Stefano Domenicali era in Portogallo a seguire il primo weekend stagionale del Motomondiale. Ha anche sventolato la bandiera a scacchi a Pecco Bagnaia che ha grandi chance di imitare Verstappen e allungare il suo regno. La MotoGp in crisi di pubblico ha cercato di imitare la Formula 1 introducendo le Sprint Race. Solo che si è fatta scappare un po’ la mano e ha aggiunto una mini gara a ogni GP. Quello che fa temere per il futuro della Formula 1 è l’applauso di Domenicali: «Io sono un fautore della riduzione al minimo delle prove libere, che interessano gli ingegneri ma non il pubblico». Una Sprint Race in ogni weekend sarebbe obiettivamente troppo. Ma la Formula 1 dovrebbe almeno imparare una cosa dalla MotoGp: non cambiare lo schieramento di partenza sulla base dell’ordine d’arrivo della sprint, ma conservare quello originale dettato dalle qualifiche. Renderebbe le gare veloci più combattute. Il che, anche senza gli eccessi delle moto dove in pista c’erano troppi kamikaze, non sarebbe poi così male.
