Vincere 22 gare su 22? A Milton Keynes ci provano.
La Formula 1 a caccia di... motivi d'interesse.
MONZA - Il finale è sempre lo stesso. Che se si trattasse di un libro giallo non verrebbe neppure più voglia di andare oltre la copertina. Il Gran Premio d’Italia, però, ha finalmente avuto uno svolgimento diverso dal solito. Qualcosa di non visto nelle precedenti 13 gare della stagione 2023, quella che passerà alla storia come il parco giochi della Red Bull.
La Ferrari ha provato a far saltare il banco. Un bluff che su un tavolo di Las Vegas non avrebbe ingannato nessuno, ma che a Monza almeno è servito a regalare un sabato di sorrisi ai tifosi ferraristi e a Carlos Sainz, sempre più deciso a travestirsi da prima guida in casa del Predestinato. Che la Ferrari fosse stata preparata per prendersi la pole lo si era capito fin dal venerdì, ma che ci riuscisse non era per nulla scontato. Max è stato battuto solo di 13 millesimi in fin dei conti. L'impresa poi l’ha centrata Sainz e non Leclerc e questo un po’ ha sorpreso perché Charles sul giro secco era sempre stato quasi imbattibile fin qui. Ha sbagliato l’appuntamento a cui teneva di più e l’impressione è che ci metterà un po’ a farsene una ragione.
Da Monza la Red Bull è uscita con una parata trionfale. Due macchine appaiate in sfilata davanti ai tifosi della Ferrari per festeggiare la decima vittoria di fila di Max e la quindicesima della squadra. Due record, ovviamente. Lo show della Ferrari in qualifica (e nei primi 14 giri della gara), non ha certamente scalfito le certezze del team di Christian Horner. Anzi, superato l’ostacolo Monza, aumentano davvero le probabilità che la Red Bull possa vincere tutte le gare in calendario quest’anno. Ne mancano ancora 8 tra le quali ci sarà lo scintillante debutto di Las Vegas. Max può diventare aritmeticamente campione già in Giappone o in Qatar, a Monza ha dimostrato di saper avere pazienza. Quest’anno ha vinto in ogni modo. Volando via da solo, recuperando con ferocia o attendendo pazientemente l’errorino del leader.
In più a Monza si è pure risvegliato Perez. Pensare che l’all-in della Red Bull possa riuscire non è una follia. Certo Singapore è una pista piena d’insidie, Las Vegas un’incognita, il Brasile la pista dell’ultima sconfitta della Red Bull. Da qui a fine anno però la domandona sarà questa: riuscirà la Red Bull a chiudere la stagione vincendo tutte le 22 gare in calendario? Insomma sappiamo già chi è il colpevole, ma almeno non sappiamo quanti altri ne farà ancora fuori.