Il pilota della Ducati progetta la prima minifuga
In Portogallo il campione italiano ha spesso lasciato il segno.
PORTIMÃO - Ci sono luoghi del destino, anche se può accadere che, prima di scoprire la loro importanza, occorre che passi del tempo. Per Francesco Bagnaia il “place to be” è il Portogallo, perché è sui saliscendi del Circuito International do Algarve che l'italiano ha messo tasselli importanti sulla strada per diventare un grande campione. Ci ha vinto due volte, Pecco, la prima con il cuore ancora triste dopo aver visto scivolare via nella ghiaia di Misano il Mondiale 2021, perso contro un grande Fabio Quartararo ma nel quale il torinese al primo anno sulla Ducati ufficiale stava facendo prove di rimonta. E la seconda l’anno scorso, portandosi a casa la prima Sprint della storia della MotoGP e poi un ottimo GP, nel quale l’unico con il quale dovette un po’ vedersela fu Viñales. Ci si aspettava potesse essere la stagione della solidità di Maverick, invece il pilota dell’Aprilia è rimasto il solito abbonato alle montagne russe dei risultati, mentre quello della Ducati iniziava a mettere mattoni pesanti su un secondo bis iridato.
Eppure, guardando alla storia, non sono i due successi a raccontare davvero la grande alchimia esistente tra il pilota cresciuto alla corte della VR46 di Valentino Rossi e la pista portoghese. Questo anche se il “primo appuntamento” fu da dimenticare. Nel 2020, al debutto del circuito nel calendario iridato in una stagione stravolta dal Covid, Bagnaia fece infatti appena una manciata di chilometri. Poi, per un contatto brusco al via con il fresco iridato Joan Mir, si ritirò per una sublussazione alla spalla. Che le curve e i saliscendi della pista nata a pochi chilometri dall’oceano fossero destinati a esaltare la sua guida lo si vide tuttavia subito l’anno dopo nella doppia gara. Fregato dalle bandiere gialle in qualifica, nel terzo appuntamento stagionale Bagnaia partì undicesimo; alla fine, il primo nome dietro il vincitore Quartararo fu tuttavia il suo. Il successo a fine stagione, il terzo dell’anno (a Valencia chiuse facendo poker) decretò invece definitivamente l'amore tra Pecco e Portimão. Sentimento confermato a inizio 2022, quando una fantastica rimonta cancellò la grande paura. Sì, perché all’inizio della qualifica Bagnaia volò via verso il cielo, atterrando malamente sulla spalla destra, con immediati pensieri foschi su un’altra occasione gettata al vento. Invece, la possibile frattura che aveva spaventato i vertici Ducati, frattura non era. Bello incerottato, Pecco partì ultimissimo ma risalì all’ottavo posto, e quegli 8 punti a fine stagione si rivelarono pesantissimi nel portare a termine la rimonta sul solito Quartararo. L’anno passato è storia recente: un dominio pressoché assoluto. Così come è ancora nella memoria di tutti la grande vittoria di due settimane fa in Qatar dove, pronti, via, in tre curve Bagnaia ha preso la testa della gara e non l’ha più mollata.
È il campione in carica, è di nuovo in testa al Mondiale, arriva il Portogallo. E nessuno ha dubbi su chi sia l’uomo da battere.