Sfida all’OK Corral con bestie da 250 e passa cavalli al posto delle Colt
In Ducati c'è già tensione.
PORTIMÃO - Le prime nuvole all’orizzonte si erano intraviste già alla fine della scorsa stagione, quando dopo mesi di voci crescenti - sì, forse, ma - alla fine l’operazione di mercato del decennio era diventata cosa certa. Perché Marc Marquez sulla Ducati, seppur su quella del team satellite Gresini, non era uno spostamento sulle caselle della griglia come tanti altri. E il suo arrivo nell’orbita di Borgo Panigale era inevitabilmente destinato a creare uno scossone. L’unico dubbio era su quanto forte sarebbe stato.
Marc, infatti, è sempre stato un personaggio ingombrante, e non solo per i suoi 8 Mondiali e 85 vittorie nel palmarès, ma perché come molti dei campionissimi dello sport, voraci e veraci nella loro caccia al successo, la sua personalità è di quelle straripanti e non facilmente contenibili. Mentre in Ducati, dopo l’addio ad Andrea Dovizioso e la nuova politica puntata sui giovani (anche a basso costo, almeno all’inizio), con la crescita della Desmosedici a miglior moto del lotto e l’esplosione di Francesco Bagnaia, Enea Bastianini, Jorge Martin e Marco Bezzecchi, in questi ultimi anni si era creato un perfetto equilibrio, che neanche la crescente competitività delle sue stelline aveva incrinato. E, infatti, nel periodo in cui Marquez sfogliava la margherita, erano stati diversi gli uomini della rossa a esprimere perplessità sul suo arrivo. Uno su tutti, Paolo Ciabatti, il direttore sportivo e grande tessitore della diplomazia di Borgo Panigale, che (anche) sul tema Marquez è entrato in conflitto con il DG Corse, Gigi Dall’Igna, così che alla fine della stagione la sua strada ha preso la via del motocross.
Marquez contro Bagnaia (o contro Martin o Bezzecchi, scegliete voi), il vecchio dominatore che dopo essersi tolto i cerotti e avere abbandonato una Honda alla deriva, torna ad annusare l’odore del successo, contro chi in queste due stagioni si è portato a casa il Mondiale e ora punta con decisione al terzo, era un copione già scritto, una sfida all’OK Corral con bestie da 250 e passa cavalli al posto delle Colt.
Il contatto che nel finale del GP del Portogallo ha messo fuorigioco i due, preso da solo non è nulla di che, un normale incidente di gara, ma le prove di duello c’erano già state al via della gara, con un paio di sportellate decise da parte di Marquez e l’immediata risposta di Bagnaia. Non si lottava per la vittoria, a Portimão, e neanche per il podio: per ribadire la leadership in Ducati l’italiano, e per dimostrare di poter tornare mattatore lo spagnolo. Valeva molto più degli 11 punti in palio e, per ora, l’hanno persa entrambi. Vediamo cosa succederà la prossima volta. Perché, nessuno dubita che una prossima volta ci sarà. Forse già ad Austin.