Il Dipartimento federale della difesa istituirà un gruppo di lavoro per elaborare misure concrete per ridurre i pericoli
BERNA - I resti del deposito di munizioni di Mitholz (BE), scoppiato nel 1947, presentano più rischi di quanto supposto finora. Non è necessario adottare misure immediate per la popolazione locale, ma il Dipartimento federale della difesa (DDPS) istituirà quanto prima un gruppo di lavoro per elaborare misure concrete per ridurre i pericoli.
Lo ha riferito oggi il ministro della difesa Guy Parmelin alla popolazione della zona, presentando i risultati parziali di una nuova valutazione, commissionata alla fine dell'anno scorso dal DDPS in previsione di realizzare un nuovo centro di calcolo nell'impianto di Mitholz, situato nei pressi di Kandersteg, nell'Oberland bernese.
L'esplosione nel dicembre del 1947 di parte del deposito di 7000 tonnellate di esplosivi a Blausee-Mitholz, nel comune di Kandergrund (BE), causò la morte di nove persone, il ferimento di altre sette e circa 200 senzatetto. Inoltre ha portato nel 1948 a grandi azioni di "smaltimento" nel lago di Thun. La necessità di prevenire incidenti ha avuto un ruolo di primo piano nella decisione di depositare ingenti quantità di munizioni e materiale bellico sul fondale di vari laghi svizzeri, in particolare negli anni quaranta dopo la guerra mondiale. Dal 1945 al 1964 l'esercito ha buttato negli specchi d'acqua bombe d'aviazione, granate, normali cartucce e residui di esplosivi. In alcuni casi le forze armate hanno anche depositato rifiuti speciali in discariche (per esempio a Bonfol, nel canton Giura).
Nelle parti crollate del deposito di Mitholz, secondo le stime, sono rimaste circa 3500 tonnellate di munizioni contenenti centinaia di esplosivi. Le valutazioni svolte nel 1949 e nel 1986 avevano concluso che un'altra esplosione avrebbe provocato solo danni limitati.
Alla fine dell'anno scorso il DDPS ha però ordinato una nuova valutazione dei rischi, in vista di creare di un nuovo centro di calcolo nell'impianto di Mitholz. Secondo il rapporto intermedio presentato oggi, nelle parti crollate i rischi di esplosione sono maggiori di quanto stimato. Oltre che dall'autocombustione, potrebbero essere causate anche da influssi esterni come frane e il crollo di ulteriori parti dell'impianto.
Sulla base di due scenari, gli esperti incaricati del rapporto, che sarà terminato nei prossimi mesi, hanno concluso che i valori limite delle regolamentazioni in vigore per la gestione di rischi non sono rispettati, ha spiegato oggi Parmelin. Secondo l'ultima valutazione non è però necessario adottare provvedimenti immediati per la popolazione locale. Essi hanno comunque raccomandato di ridurre i rischi.
Il Consiglio federale ha quindi incaricato il DDPS di istituire quanto prima un gruppo di lavoro apposito, che dovrà svolgere ulteriori analisi, tra cui una perizia geologica, e studiare misure concrete per ridurre i rischi nella zona del deposito e per accertare i relativi aspetti giuridici.
Parmelin ha anche sottolineato che alcune raccomandazioni contenute nella perizia presentata oggi sono già state adottate o in fase di realizzazione. Ad esempio l'alloggio per la truppa e il magazzino della farmacia dell'esercito vicini ai resti di munizioni saranno chiusi e non verrà realizzato il progetto di costruzione di un centro di calcolo a Mitholz. Il DDPS sottoporrà poi il rapporto alla valutazione dell'Ufficio federale dell'ambiente.