Il settore turistico si prepara a ripartire. A tu per tu con Martin Nydegger, direttore di Svizzera Turismo
Determinate attrazioni richiederanno la prenotazione a causa dei piani di protezione
ZURIGO - Il settore turistico elvetico è in difficoltà a causa dell'emergenza Covid-19. E ora la speranza è riposta soprattutto nel turismo di casa. Ma come convincere gli svizzeri a visitare le bellezze del proprio paese? E poi in molti ritengono che le vacanze in Svizzera siano troppo care. Bisogna quindi aspettarsi una diminuzione dei prezzi?
Ieri Martin Nydegger, direttore di Svizzera Turismo, ha risposto alle domande dei lettori di 20 Minuten.
Il consigliere federale Ueli Maurer ha invitato i cittadini a passare le vacanze in Svizzera. Quanto sono davvero d'aiuto appelli come questo?
«Aiutano molto e ci fanno piacere. Comunque non c'è stato soltanto l'appello di Maurer: quasi tutti i consiglieri federali hanno invitato a fare le vacanze in Svizzera. Visto che durante la crisi il Governo federale ha acquisito una nuova autorità, gli appelli per il turismo hanno un peso».
Ha cercato di coinvolgere i consiglieri federali nella nuova campagna pubblicitaria di Svizzera turismo?
«È previsto qualcosa del genere. Col consigliere federale Guy Parmelin abbiamo per esempio un ministro del turismo che può avvicinare la gente alla regione del Lago Lemano. Non c'è voluto molto a persuaderli: tutti i consiglieri federali sono fan della Svizzera».
Per quale motivo ora si spendono 40 milioni di franchi in pubblicità invece d'investire soldi per diminuire i prezzi di hotel e trasporti?
«Nessun prodotto si vende da sé. Questo vale anche per la Svizzera turistica. Utilizzare i 40 milioni della Confederazione per ridurre i prezzi degli hotel non porterebbe a molto. Considerano i 40 milioni di pernottamenti del 2019, una notte in albergo verrebbe a costare soltanto un franco in meno. Con il marketing possiamo fare molto di più».
Determinate attrazioni elvetiche non sopportano un numero infinito di visitatori. Quest'estate sono previste delle restrizioni?
«Mi aspetto che per certe attrazioni sarà introdotto un limite a causa dei piani di protezione. I battelli, per esempio, non potranno essere pieni. Quando il settore turistico elvetico riaprirà, non si potrà contare sul massimo della capacità. Dobbiamo prepararci per le prenotazioni».
La crisi del coronavirus cambierà per sempre nostro modo di viaggiare?
«È una questione, questa, di cui mi sto occupando. La domanda è la seguente: stiamo cercando di ripristinare rapidamente la situazione che avevamo lo scorso febbraio oppure da questa crisi trarremo degli insegnamenti? La mia speranza è che riusciremo a rinunciare al consumismo low-cost. Nell'ambito delle vacanze questo significherebbe dedicare più tempo all'organizzazione e restare più a lungo in un determinato posto, piuttosto che fare dei viaggi brevi con l'aereo».