Il Tribunale federale ha dato ragione all'istituto.
Secondo le direttive dell'UFSP alle persone non vaccinate entrate in contatto con un malato di morbillo è in linea di principio negato l'accesso a impianti o attività.
LOSANNA - Il Tribunale federale (TF) respinge il ricorso di una bambina di San Gallo non vaccinata contro il morbillo che è stata esclusa dalla sua scuola per due settimane. Le autorità avevano preso questo provvedimento dopo che nella sua classe delle elementari si era presentato un caso della malattia.
Rappresentata dai suoi genitori, la bambina ha sostenuto che la somministrazione di anticorpi sarebbe stata una misura meno restrittiva rispetto all'esclusione temporanea dall'insegnamento. Tuttavia, ha chiesto che le immunoglobuline non fossero somministrate a lei stessa, ma ai bambini per cui una vaccinazione non era possibile.
Questa argomentazione è giuridicamente insostenibile, ha stabilito il TF in una sentenza pubblicata oggi. Secondo la Legge sulle epidemie (LEp), a una persona che è malata, che si presume sia malata o infetta può essere vietato, in tutto o in parte, di esercitare la propria professione o determinate attività.
Queste condizioni erano soddisfatte quando la bambina è stata esclusa dalla scuola nel 2017: malata, aveva già saltato una settimana di insegnamento. Le autorità hanno ritenuto che in quel momento si dovesse imporre un divieto ai sensi della LEp.
Le misure devono essere proporzionate e si deve dare la preferenza ai provvedimenti meno restrittivi, riconoscono i giudici di Losanna. Ma il principio di proporzionalità non consente di adottare misure nei confronti di terzi. La LEp non lo prevede.
Il TF conferma così la decisione del Tribunale amministrativo cantonale di San Gallo. Nel 2019, quest'ultimo aveva respinto il ricorso presentato dai genitori.
Secondo le direttive dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), alle persone non vaccinate entrate in contatto con un malato di morbillo è in linea di principio negato l'accesso a impianti o attività. Si può derogare a tale misura se la persona viene vaccinata entro 72 ore dalla prima esposizione.
Secondo l'UFSP, la somministrazione di immunoglobuline ha lo stesso effetto. Tuttavia, è destinato principalmente a persone a maggior rischio di complicazioni.