Il Dipartimento federale degli affari esteri deplora la decisione degli Usa di riprendere le esecuzioni federali
BERNA - La Svizzera si schiera contro la reintroduzione a livello federale della pena di morte negli Stati Uniti. Berna respinge l'utilizzo delle esecuzioni capitali «in ogni circostanza» e si impegna per «un'abolizione a livello universale», si legge in un tweet odierno del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).
«Deploriamo la decisione degli Usa di riprendere le esecuzioni federali dopo un'interruzione di 17 anni», scrive nel breve cinguettio il DFAE. Il via libera a tale pratica è stato dato a fine giugno, mettendo termine alla moratoria scattata nel 2003.
Il semaforo verde è giunto dopo che la Corte Suprema americana ha optato per non intervenire in merito al ricorso di quattro detenuti nel braccio della morte, che si erano opposti all'iniziativa voluta dall'amministrazione del presidente Donald Trump. Ai galeotti verrà somministrato un solo farmaco, il pentobarbital.
La prima condanna è stata eseguita tre giorni fa con l'iniezione letale che ha ucciso Daniel Lee, un suprematista bianco accusato di aver sterminato una famiglia in Arkansas. Ieri è toccato invece a Wesley Purkey, del Kansas, ritenuto colpevole di aver assassinato a martellate un'anziana disabile, oltre che di aver rapito e ammazzato una 16enne, della quale ha poi smembrato e bruciato il corpo.
Reprise des exécutions au niveau fédéral aux USA: Prise de position de la Suisse
— EDA - DFAE (@EDA_DFAE) July 17, 2020
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