I 165 militi impegnati in Kosovo potranno rientrare tranquillamente in Svizzera per le vacanze.
Il medico capo dell'esercito ha ordinato per loro una serie di misure sostitutive.
BERNA - I 165 soldati della Swisscoy di stanza in Kosovo non devono effettuare una quarantena di 10 giorni se vengono in vacanza in Svizzera. Il medico capo ha ordinato per loro una serie di misure sostitutive.
«Tra queste c'è il divieto di contatti con la popolazione locale nei cinque giorni precedenti la partenza», ha affermato oggi Daniel Seckler, portavoce di Swissint, il centro di competenza dell'esercito per il promovimento della pace, confermando una notizia diffusa dalla radio svizzerotedesca SRF.
I militi inoltre non devono viaggiare su un volo di linea, ma su un volo speciale di rifornimento che fa la spola due volte la settimana tra Pristina e la Svizzera. I soldati vengono poi prelevati all'aeroporto e condotti al centro di competenza Swissint di Stans, dove devono sottoporsi al test del Covid-19.
Finché il risultato non è noto, rimangono in quarantena e solo in caso di negatività possono tornare a casa per le vacanze, ha precisato Seckler. Le misure sostitutive sono state introdotte a causa del numero limitato di personale. Se un membro di Swisscoy volesse prendersi due settimane di vacanza, la quarantena significherebbe di fatto un'assenza di quattro settimane, ha fatto notare Seckler.