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SVIZZERA«Soltanto chi ha un lavoro può venire in Svizzera»

16.09.20 - 13:08
Il consigliere federale Cassis risponde alle domande dei lettori in vista della votazione sull'iniziativa UDC
Foto 20 Minuten
Il consigliere federale Cassis risponde alle domande dei lettori in vista della votazione sull'iniziativa UDC


Rinunciare alla libera circolazione delle persone? È quanto chiede l’iniziativa popolare UDC “Per un’immigrazione moderata (Iniziativa per la limitazione) in votazione il prossimo 27 settembre. Cosa comporterebbe una tale decisione per il nostro paese? La rinuncia metterebbe a rischio tutti gli accordi bilaterali?

A partire dalle 12 il ministro degli esteri Ignazio Cassis, a tu per tu con un collega di 20 Minuten, risponde in diretta alle domande che nei giorni scorsi i nostri lettori hanno inviato alla redazione.

13:18

La live chat è terminata. Ecco un'ultima considerazione del consigliere federale Ignazio Cassis: «Si prova una sensazione particolare a trovarsi nella redazione di un giornale e rispondere alle domande dei lettori. Questa è democrazia diretta vissuta! Grazie delle vostre domande. Per me è stato un piacere».

13:15
Foto 20 Minuten
13:02

Cassis: «Che possibilità ha un Paese, messo sotto pressione e in una posizione di debolezza, di ottenere risultati che non sono nell’interesse della controparte negoziale? In un caso come questo le probabilità sono molto poche. E una volta cancellata la libera circolazione delle persone, non è necessario fare nessun altro passo: gli altri sei accordi decadono automaticamente. Non avremmo più niente in mano e dovremmo ripartire da zero».  

13:01

Daniel, Schnottwil: «In caso di un “sì”, quali sono le possibilità che la Svizzera possa attuare l’iniziativa? Quale partner commerciale, di certo l’Unione europea non si tirerebbe completamente indietro».

13:01

Cassis: «La Svizzera dispone da tempo di strumenti che tutelano il mercato del lavoro. A seguito della pandemia di COVID il Consiglio federale ha sostenuto le imprese e la forza lavoro con molte misure. A causa della pandemia siamo già in una situazione difficile. Accettando l’iniziativa sprofonderemmo in una crisi ancora più profonda». 

13:00

Korab Rashti, Gerolfingen: «Limitare la concorrenza tra i lavoratori è un modo per evitare il dumping, lei non pensa che questa sia una buona soluzione, soprattutto oggi con la crisi creata dalla pandemia di Covid-19?»

12:56

Cassis: «La caduta della libera circolazione porrebbe fine automaticamente agli altri accordi, senza che l’UE debba muovere un dito. Un «sì» all’iniziativa non sarebbe un’opportunità ma un salto nel buio».   

12:55

Domenico Giglio, Mezzovico TI: «Lei crede davvero che Bruxelles, l’UE all’unanimità, faccia valere la clausola ghigliottina in caso di accettazione dell’iniziativa? E se così fosse, non potrebbe essere davvero un’opportunità per il nostro paese, negoziare accordi (che sarebbero simili a quelli attuali) che escludano la libera circolazione selvaggia? Siamo pur sempre un partner irrinunciabile per i paesi UE, così come loro lo sono per noi».

12:54

Cassis: «L’iniziativa per la limitazione non risolve alcun problema. Con il sistema attuale, solo chi ha un lavoro può venire in Svizzera. Il ricongiungimento familiare è possibile soltanto se è garantito il sostentamento. Il sistema di sicurezza sociale trae vantaggio dall’immigrazione di forza lavoro giovane. Le cittadine e i cittadini dei Paesi UE/AELS versano alle assicurazioni sociali contributi nettamente superiori a quelli che ricevono». 

12:54

Cyrill Gachnang, Ermenswil: «L’Iniziativa per la limitazione dovrebbe risolvere problemi esistenti con una modifica impopolare e rischiosa della costituzione. Tale iniziativa non sarebbe necessaria se si apportassero singole modifiche a livello di politica interna. Come mai il Parlamento si oppone contro una limitazione del ricongiungimento familiare, un’aliquota lineare dei fondi pensionistici e la limitazione delle prestazioni sociali nei confronti di persone con un periodo contributivo breve? In questo modo si migliorerebbe la rendita di vecchiaia per le donne, si ridurrebbe la disoccupazione anziana, si allevierebbero le strutture sociali, si ridurrebbe l’immigrazione e le discussioni con Bruxelles sarebbero superate».

12:52

Cassis: «Da ticinese ho la massima comprensione per i problemi nel nostro Cantone. Ma accettando l’iniziativa non li risolveremo, anzi danneggeremmo l’economia ticinese che è diversificata e fornisce prodotti di alto valore aggiunto non solo all’UE ma anche Oltralpe. Nel mondo del lavoro abbiamo meccanismi di controllo per evitare abusi. Dobbiamo applicarli con rigore». 

12:52

Lorenzo Bianchi, Coldrerio TI: «Egregio signor Cassis, come giudica la situazione del mondo del lavoro soprattutto in Ticino? Non ritiene sia il caso di fare qualcosa per cambiare questa situazione? E se sì, come intende intervenire il Consiglio federale?»

12:46

Cassis: «Il Consiglio federale permette l’immigrazione solo se risponde alle esigenze del sistema economico. Oggi le aziende non riescono a reperire abbastanza forza lavoro sul mercato interno. Si tratta di un problema reale a cui si può rispondere in modo efficiente e non burocratico con la libera circolazione delle persone. Il controllo avviene tramite i posti di lavoro vacanti. Chi non ha un contratto di lavoro non può entrare in Svizzera». 

12:45

Reto Giovanoli, Coira: «Se l’iniziativa viene respinta, ci può garantire che ogni anno non arriveranno in Svizzera da 30’000 a 80’000 immigrati in più, bensì al massimo 10’000, come promesso dal Consiglio federale?»

12:44

Cassis: «Questo dipende dalla situazione personale della sua ragazza. Se un «sì» scaturisse dalle urne, tutti gli accordi bilaterali I finirebbero. La Svizzera dovrebbe tessere praticamente da zero una nuova relazione con l’UE, anche nel campo della migrazione. Sarebbe l’inizio di un lungo periodo di incertezza, veleno per l’economia e per i posti di lavoro».  

12:44

Simone Righeschi, Torricella TI: «Spettabile signor Cassis, nel caso che la votazione passasse la mia ragazza italiana avrà problemi a venire in Svizzera a convivere con me?»

12:43

Cassis: «L’iniziativa "contro l’immigrazione di massa" è stata attuata e i sostenitori dell’iniziativa attuale avrebbero potuto ricorrere al referendum. Ma non lo hanno fatto. Il testo dell’iniziativa "contro l’immigrazione di massa" non era privo di ambiguità, quello dell’iniziativa «per la limitazione», al contrario, è chiarissimo. Se la risposta fosse "sì", non vi sarebbe più la libera circolazione delle persone, gli accordi bilaterali decadrebbero e la Svizzera perderebbe l’accesso diretto al mercato interno dell’UE. Tutto ciò creerebbe una grande incertezza!» 

12:43

Stefan Weissen, Aarau: «In caso che dalle urne esca un “sì”, l’iniziativa non verrà attuata come è già accaduto con l’iniziativa contro l’immigrazione di massa?»

12:41

Cassis: «Il 27 settembre non voteremo su questo. La popolazione del nostro Paese cresce non a causa della libera circolazione delle persone, ma perché la nostra economia va bene, perché si creano molti posti di lavoro e perché tutte e tutti noi, come società, abbiamo esigenze sempre maggiori. La qualità della vita in Svizzera è elevata anche grazie all’apporto delle persone che vengono qui e contribuiscono al nostro benessere».

12:41

Heiner Gabele, Wil SG: «Come vuole evitare una Svizzera con dieci milioni di abitanti?»

12:39

Cassis: «Il sistema a punti è burocratico, pesante e centralistico, tutti aspetti che non lo rendono adatto alle esigenze della Svizzera. Per la nostra economia vogliamo un sistema efficiente e flessibile che tenga conto anche della protezione dei lavoratori. Le nostre aziende sono perfettamente in grado di selezionare la forza lavoro necessaria in modo mirato. Non ci siamo mai genuflessi davanti all’UE: la Svizzera ha preso una decisione consapevole».

12:37

Rita Wyss, Unterland zurighese: «Come mai la Svizzera non può adottare lo stesso sistema a punti che il Canada ha usato per anni per regolare l’immigrazione? Piegarsi all’Unione europea non è normale».

12:36

Cassis: «Tutti i settori economici svizzeri beneficiano dell’accesso al mercato europeo, disciplinato dagli accordi bilaterali. Il settore terziario non comprende solo le banche ma anche il commercio, i trasporti, il turismo, la ristorazione, le attività scientifiche ecc. Gli accordi bilaterali rispondono alle nostre esigenze ed è fondamentale conservarli per garantire la nostra prosperità». 

(Per informazione: non si può confrontare la Svizzera con il Liechtenstein. Il Liechtenstein fa parte dello Spazio economico europeo e ha potuto negoziare una deroga permanente al diritto comunitario nell’ambito dell’immigrazione a causa della limitatezza del suo territorio). 

12:33

Gardi Guilhem, Ecublens: «La Svizzera non ha ancora un libero accesso al mercato europeo dei servizi (ad esempio le banche) quando il settore terziario ingloba il 74% degli impieghi. A cosa servono quindi gli attuali accordi bilaterali? Il Liechtenstein ha ottenuto un’eccezione sul principio di libera circolazione, perché la Svizzera non può rinegoziare anch’essa i suoi accordi in tal senso?»

12:30

Cassis: «Bisogna distinguere le cose. Ciò di cui la Svizzera ha bisogno è di un accesso senza ostacoli al più grande mercato del mondo. Nonostante la crisi del 2008, nonostante la pandemia di COVID, l’UE resta un partner essenziale per la nostra economia. Votando «sì» il 27 settembre ci taglieremmo fuori da questo mercato. Discuteremo dell’accordo istituzionale dopo la votazione. L’adesione non è un’opzione contemplata dalla Svizzera». 

12:29

Jean Dupont, Echallens: «Ho l’impressione che la Svizzera si stia approcciando all’UE in maniera sempre più insidiosa. Un “no” il 27 settembre all’iniziativa UDC significherebbe aprire le porte in maniera totale a un accordo quadro che in pratica sarebbe un adesione con un nome diverso. Qual è secondo lei il vantaggio di questo approccio con un’Unione europea che non è mai veramente uscita dalla crisi del 2008, come ben illustrato - tra le altre cose - da un tasso di cambio Euro-Franco che dall'1.50 di dodici anni fa è passato all’odierno 1.08?»

 

12:28

Cassis: «È il bisogno di manodopera della nostra economia a determinare il livello dell’immigrazione in Svizzera. Anche con un sistema diverso dalla libera circolazione avremo sempre bisogno di personale straniero. E queste persone dovranno abitare da qualche parte e spostarsi. Siamo tutti diventati più mobili, per motivi di lavoro o per le nostre attività nel tempo libero. L’iniziativa non offre alcuna soluzione a questo problema».

12:26

Nathalie Raemy, Yverdon: «E se si tornasse un attimo alla fonte del problema? Sono assolutamente d’accordo sul fatto che la Svizzera non possa continuare ad accettare tutti. Le strade e il trasporto pubblico sono saturi, e non abbiamo lo spazio per ingrandirle. Quindi, benché io sia di sinistra, voterò “sì” il 27 settembre». 

12:25

Cassis: «Rispetto il dramma personale di chi ha perso il lavoro. Ma la disoccupazione in Svizzera e in Ticino è moto bassa da un ventennio. E i salari reali sono cresciuti fra il 2002 (anno dell’entrata in vigore dei Bilaterali I) e il 2018 in tutto il Paese, anche in Ticino. Inoltre il Consiglio federale sostiene con misure mirate il potenziale di manodopera indigena. Un «sì» all’«iniziativa per la limitazione» arrecherebbe danni immensi alla nostra economia».

12:24

Sandro Peverelli, Monteceneri TI: «Se non con iniziative come quella per la limitazione, come potremmo abbassare il tasso di disoccupazione e di persone in assistenza, nonché evitare il continuo abbassamento dei salari a cui siamo sottoposti, dovuto sicuramente alla possibilità di attingere a manodopera a più basso costo da oltre frontiera? Il Consiglio federale e il Parlamento non mi sembra diano delle soluzioni in tal senso…»

12:24

Cassis: «L'ingresso in Svizzera è stato fortemente limitato durante la crisi acuta. Non volevamo però una chiusura completa delle frontiere. Ciò avrebbe paralizzato il nostro sistema sanitario, soprattutto nelle zone di confine».

12:23

David Meier, Basilea: «I promotori affermano che 20.000 stranieri sono venuti in Svizzera anche durante il lockdown. È corretto?»

12:14

Cassis: «Nessun elemento fa pensare che il Regno Unito intenda aderire all’AELS. Continueremo ad avere buone relazioni con il Regno Unito, ma l’UE rimane il nostro partner più importante. Non vogliamo distruggere questo rapporto bilaterale con la disdetta degli accordi». 

12:13

Röbi Meier, Benken SG: «Egregio consigliere federale Cassis. Allo stato attuale un’unione tra i paesi AELS e il Regno Unito fornirebbe condizioni ottimali per un nuovo spazio economico. E si potrebbe ottenere un accordo più forte con l’Unione europea. Cosa ne pensa? La ringrazio per la sua risposta. Cordiali saluti, Röbi Meier».

12:10

Ignazio Cassis: «Per arrivare alla firma e all’attuazione dei sette accordi che costituiscono il pacchetto dei Bilaterali I ci sono voluti quasi otto anni. Se il 27 settembre vincessero i «sì» perderemmo questi accordi fatti su misura per le nostre esigenze, che ci garantiscono libertà e prosperità. Non dovremmo gettarli a mare con leggerezza per dover affrontare poi anni di incertezza».  

 

12:09

Mario Burri: «Quanto tempo potrebbe volerci per rinegoziare i singoli accordi? Sarebbe anche possibile concluderne di migliori rispetto a quelli attuali?»

12:05
Foto 20 Minuten