Alain Berset e Lukas Engelberger spiegano i prossimi passi per contrastare l'epidemia di coronavirus
Inattesa e legata al teso contesto sanitario che si sta delineando in questi giorni. La conferenza stampa indetta da Berna ha visto protagonisti il ministro della sanità Alain Berset e Lukas Engelberger, presidente della Conferenza delle direttrici e direttori cantonali della sanità (CDS). Quest'ultimo, ancora una settimana fa, ribadiva le proprie preoccupazioni per la situazione epidemiologica.
Dati preoccupanti - Preoccupazioni che sembrano essere confermate dai dati. Resta infatti elevato, e in linea con il balzo di ieri, il numero di nuovi casi di Covid registrato nelle ultime 24 ore: 5'256 (dopo i 5'596 di ieri e i 3'008 di martedì). I nuovi decessi sono 11 (come ieri), mentre altre 106 persone sono state ricoverate (ieri erano 115). In crescita anche l'incidenza della malattia che, tenendo conto solo delle ultime due settimane essa si porta al 16,5%. Nelle ultime 24 ore è del 19,8%. I casi di contagio complessivi salgono così a 97'019, vale a dire 1'130,4 per ogni 100'000 abitanti (434,8 nelle ultime due settimane). In totale le vittime sono ormai 1'867. Le persone ospedalizzate sono 5'721.
Una settimana per decidere - «La situazione è grave», ha ricordato Berset spiegando come i ricoveri continuino ad aumentare. E «peggiora ogni giorno», ha sottolineato. Per questo motivo il Consiglio federale si è dato una settimana di tempo prima di decidere se continuare sulla strada appena intrapresa o se dover ricorrere a una stretta ulteriore. Mercoledì prossimo verrà presa una decisione su eventuali nuove misure. «L'obiettivo è non perdere il controllo».
Oggetto della conferenza stampa è stato anche il caso "Vallese", che vista la grave situazione epidemiologica ha adottato da oggi una serie di misure draconiane per lottare contro l'epidemia di coronavirus. Quello che Berset ha assicurato è che non si vuole che il Vallese diventi il minimo comune denominatore delle misure che saranno decise a livello nazionale. Ma è anche chiaro che i Cantoni più gravemente colpiti dovranno ordinare autonomamente ulteriori restrizioni.
Per Engelberger, il focus deve essere sull'ampliamento del requisito della mascherina e sulle restrizioni su riunioni ed eventi sportivi. E ovviamente sulla tracciabilità dei contatti che, assicura il presidente del CDS, «è ancora importante e viene costantemente migliorata e ampliata».
Un mese per evitare il lockdown - Tutto questo per evitare un nuovo lockdown. Secondo Engelberger, «bisogna interrompere lo sviluppo della pandemia ora. Non vogliamo bloccare tutto, ma dobbiamo rallentare».
Secondo Berset c'è ancora margine per evitare lo scenario peggiore. «Possiamo ancora intervenire», ha spiegato. «Ma deve esserci una base solida per prendere decisioni di qualità. Non vogliamo agire alla cieca. Dobbiamo trovare una soluzione ragionevole senza dover chiudere tutto. La task force stima che abbiamo ancora 4 settimane per evitare il lockdown».
La conferenza stampa è finita.
Vallese, un modello minimo? - Un giornalista chiede se il Vallese sarà un modello da seguire, o se sarà necessario andare oltre. Berset: «Le cose non sono risolte una volta per tutte. Stiamo gestendo una crisi. Ciò significa che la situazione cambia continuamente. È molto difficile per me dire come si svilupperà. Tuttavia, nel cantone attualmente più colpito in Svizzera, è stato corretto prendere misure così rigide. Il Consiglio federale non intende allineare tutti gli altri cantoni a quello che versa nella situazione peggiore».
Test rapidi - Secondo Berset bisogna percorrere anche la strada dei test rapidi. «I risultati sembrano buoni. Dovrebbero essere usati al più presto».
«Dovremo parlare di questioni finanziarie» - Secondo Engelberger, i Cantoni non sono disposti ad assumersi la responsabilità di tutti i danni causati dalla pandemia. «Dovremo parlare delle questioni finanziarie», ha aggiunto.
Engelberger ha sottolineato che, dal punto di vista dei Cantoni, le regole di condotta essenziali devono essere definite a livello federale, come è accaduto con il requisito della mascherina.
Ma è anche chiaro che i Cantoni più gravemente colpiti dovrebbero ordinare autonomamente ulteriori misure. Engelberger ha difeso gli sforzi fatti fino ad ora a livello cantonale. Ad esempio, il tracciamento dei contatti è stato notevolmente ampliato in estate. Ma con tante infezioni quante sono attualmente, il sistema sta raggiungendo il suo limite.
Lavoro ridotto - A una domanda dei media, Lukas Engelberger spiega che il lavoro ridotto sia tra le questioni sul tavolo. Potrebbe essere infatti necessario estenderlo anche per i mesi a venire.
Azione tardiva? - A una domanda del giornalista de La Tribune de Genève , Arthur Grosjean, Alain Berset risponde: «Deve esserci una base solida per prendere decisioni di qualità. Siamo stati informati che la task force scientifica riteneva fossimo in una determinata situazione, solo venerdì scorso. Lo stesso giorno il Consiglio federale ha fatto di tutto per annunciare nuove misure domenica. Ci vuole tempo per attuare i giusti correttivi. Non vogliamo agire alla cieca. Dobbiamo trovare una soluzione ragionevole senza dover chiudere tutto. La task force stima che abbiamo ancora 4 settimane per evitare di chiudere tutto».
«La situazione è grave» - Berset ricorda che nessuno nega la gravità della situazione. Poi ci sono «sensibilità diverse». «Sono 26 i Cantoni e la CDS sta cercando di trovare insieme una strada comune». La buona notizia: «Possiamo ancora intervenire».
Questa estate si è dormito?
Engelberger: «Allora la situazione era stabile. Nelle ultime due settimane, invece, c'è stato un balzo. Ma non è come se semplicemente non avessimo fatto nulla».
È il momento delle domande:
«Dobbiamo rallentare» - Per il presidente del CES, piuttosto che un lockdown «ci vuole un rallentamento per riportare la situazione sotto controllo».
«Non vogliamo un lockdown» - Secondo Engelberger non c'è tempo per aspettare e vedere cosa porteranno le misure adottate. «Bisogna interrompere lo sviluppo della pandemia ora. Non vogliamo un blocco o un mini-blocco».
Importanza della tracciabilità - Anche la tracciabilità dei contatti è ancora importante e viene costantemente migliorata e ampliata, assicura il Presidente del CDS.
«Miglior cooperazione possibile» - Prende quindi parola Engelberger che, ricordando la reazione del Canton Vallese (che ha adottato da oggi una serie di misure draconiane per lottare contro l'epidemia di coronavirus), sottolinea che ci saranno reazioni simili presto da parte di altri Cantoni. «Attualmente si stanno compiendo sforzi per garantire la migliore cooperazione possibile tra tutti gli attori», ha aggiunto.
Per il CDS, il focus deve essere sull'ampliamento del requisito della mascherina e sulle restrizioni su riunioni ed eventi sportivi.
«Ora - prosegue Berset - è importante proteggere le persone e il sistema sanitario». «Sappiamo cosa può aiutare. Non siamo in balia della situazione», aggiunge.
«Dobbiamo avere il controllo» - Come spiega Berset, la situazione «peggiora ogni giorno». A seconda di come si evolverà, mercoledì prossimo verrà presa una decisione su eventuali nuove misure. La strategia che è stata implementata è ora in fase di attuazione. «L'obiettivo è non perdere il controllo».
«I ricoveri continuano ad aumentare» - Il ministro della Salute ricapitola la situazione attuale con oltre 5000 nuovi casi in 24 ore. «La situazione è grave», ricorda. «I ricoveri continuano ad aumentare».
Berset ha anche detto che tre settimane fa la Svizzera stava andando molto bene in un confronto europeo. «Adesso siamo quasi nella posizione peggiore», ha poi aggiunto.
Ieri Berset ha detto che le misure saranno inasprite se non si vedranno risultati entro una settimana. E ha fatto un appello alla popolazione: «Ce la possiamo fare, come abbiamo fatto a inizio anno».