Berna ha deciso d'inasprire (da martedì e almeno per un mese) le misure per lottare contro la diffusione del Covid-19.
I Cantoni avranno però ancora la facoltà di predisporre eventuali allentamenti. Ma tutto dipenderà dalla situazione epidemiologica e dalla capacità degli ospedali.
BERNA - Il Consiglio federale ha dato oggi un nuovo giro di vite nel tentativo di lottare contro la diffusione del coronavirus in Svizzera: da martedì (22 dicembre) i ristoranti e le strutture per il tempo libero, lo sport e la cultura saranno chiusi per un mese. Eccezioni saranno comunque possibili nei cantoni con una evoluzione epidemiologica favorevole. A differenza dei paesi limitrofi, Berna ha quindi deciso di rinunciare a un lockdown totale.
«L'obiettivo è ridurre in modo netto e rapido il numero dei casi, che non corrisponde alle nostre aspettative», è stato ribadito nuovamente durante la conferenza stampa indetta a Berna. Da settimane gli ospedali e il personale sanitario sono infatti sotto pressione e con i giorni festivi cresce il rischio di una rapida impennata delle infezioni. Le persone dovrebbero per questo motivo «ridurre il più possibile i contatti sociali e rinunciare a viaggi e spostamenti non strettamente necessari». Per facilitare la diagnosi del virus, l'esecutivo ha esteso il ricorso ai test rapidi.
«Sappiamo che sono misure rigide, ma sono necessarie», ha commentato ancora Alain Berset. Qualora la situazione dovesse ulteriormente peggiorare, altre misure potrebbero essere adottate nelle prossime settimane. Il Consiglio federale farà una valutazione intermedia il 30 dicembre e a inizio di gennaio traccerà un bilancio.
Cosa chiude e cosa resta aperto - Il governo precisa che tutti i bar e ristoranti devono rimanere chiusi; non sono previste deroghe per le feste. Possono rimanere aperte solo le mense aziendali e scolastiche (della scuola dell'obbligo) e i servizi per gli ospiti degli hotel. Restano inoltre consentite la vendita di cibi e bevande da asporto.
Il governo ha anche imposto la chiusura degli impianti sportivi. Continueranno ad essere consentite unicamente le attività all'aperto in gruppi fino a cinque persone. Eccezioni sono previste per le leghe professionistiche e per bambini e ragazzi fino a 16 anni.
I cantoni restano per contro responsabili dei comprensori sciistici, che a determinate condizioni potranno rimanere aperti. Come già annunciato la settimana scorsa: la situazione epidemiologica deve permetterlo e devono essere garantite sufficienti capacità negli ospedali, per il tracciamento dei contatti e per i test.
Dovranno invece restare chiusi musei, cinema, biblioteche, casinò, giardini botanici, zoo e altre strutture culturali e ricreative. È possibile svolgere attività culturali in piccoli gruppi ma restano per contro vietate le manifestazioni con pubblico. Sono consentite forme alternative, come ad esempio eventi trasmessi online.
Allo scopo di ridurre ulteriormente gli assembramenti, il governo ha nuovamente inasprito la capienza dei negozi. Il numero massimo di clienti dipenderà dalla superficie di vendita liberamente accessibile. Le restrizioni sugli orari - apertura non concessa dopo le 19.00 nei feriali e chiusura totale la domenica e i festivi - rimangono in vigore.
Come detto, i cantoni con uno sviluppo epidemiologico favorevole possono prevedere allentamenti, come l'apertura di ristoranti e impianti sportivi. Per farlo il fattore di riproduzione deve essere sotto la soglia di 1 per sette giorni consecutivi e inferiore anche alla media svizzera su sette giorni.
«I politici siamo noi, non gli esperti» - Terminata la presentazione delle nuove misure, i tre consiglieri federali presenti - Simonetta Sommaruga, Alain Berset e Guy Parmelin - hanno risposto alle domande poste dai giornalisti. «Le decisioni che adottiamo devono tenere conto del parere degli esperti, ma poi i politici siamo noi. È importante che la popolazione comprenda e accetti le misure che adottiamo», ha risposto Berset a chi chiedeva perché si sia aspettato così a lungo prima d'intervenire e perché non sempre il parere degli esperti venga ascoltato.
Ecco perché sarà possibile sciare - «Lo sci si pratica all'aria aperta e mai in gruppi numerosi. Per contro i ristoranti sono chiusi, mentre per negozi e trasporti ci sono forti limitazioni», ha spiegato Berset a chi chiedeva il perché della possibilità di poter sciare. «Altrimenti dovremmo vietare anche tutti gli altri sport individuali all'aria aperta, e questo non ci sembra giusto», ha aggiunto, ricordando che sono i Cantoni ad aver voluto più competenze in quest'ambito. A preoccupare non sono gli eventuali contagi, ma semmai gli infortuni che potrebbero esserci durante lo sci.
Ci saranno maggiori controlli? - «Tutti capiscono che la situazione è critica in questo momento, ma i controlli sono una questione che riguarda i cantoni. E finora hanno funzionato bene», ha detto Berset. Sommaruga ha aggiunto: «Le misure sono radicali. La popolazione lo sa e riconoscerà la gravità della situazione. Non è necessario che il Consiglio federale adotti una regola per ogni singolo caso».
Consigli per le feste: https://t.co/QrJ9gN2Nvr pic.twitter.com/gT1lXg1cjA
— BAG – OFSP – UFSP (@BAG_OFSP_UFSP) December 18, 2020