Seconda fase di riaperture: saranno possibili gli eventi con pubblico (150 persone all'esterno, 50 all'interno).
Cantoni permettendo, ecco cosa si potrà tornare a fare dal 22 marzo. Incontri privati all'interno fino a 10 persone. Attività sportive e culturali in gruppo di nuovo consentite. Riaprono le università. Ancora chiusi impianti wellness e piscine pubbliche.
BERNA - Non è chiaro come evolverà l’epidemia nei prossimi mesi. Da alcuni giorni i contagi hanno ripreso a crescere, analogamente a quanto si registra in diversi Paesi limitrofi. Numerosi indizi fanno supporre l’inizio di una terza ondata. Come annunciato il 24 febbraio scorso, nella seduta odierna il Consiglio federale ha deciso di porre in consultazione le sue proposte per la seconda fase di riapertura.
Cosa cambia il 22 marzo - Se la situazione epidemiologica lo permetterà, il 22 marzo saranno nuovamente consentite, con determinate limitazioni, le manifestazioni in presenza di pubblico, gli incontri privati in casa con 10 persone e le attività sportive e culturali in gruppo. Ai ristoranti sarà inoltre permesso riaprire le terrazze. Quando e in che forma questi allentamenti saranno possibili non è però ancora chiaro. Il Consiglio federale - che ha inoltre stabilito in via definitiva che la Confederazione assumerà i costi di tutti i test rapidi, anche delle persone che non presentano sintomi - deciderà sui prossimi passi nella seduta del 19 marzo.
L'incertezza rimane - Per il Consiglio federale, l’incertezza della situazione epidemiologica non permette comunque ancora di sbilanciarsi su un’eventuale seconda fase di riapertura dal 22 marzo. I prossimi giorni serviranno a fare chiarezza sull’andamento dell’epidemia. Per la sua decisione, il Collegio governativo si fonderà su una serie d'indicatori: attualmente, tre su quattro superano i valori limite stabiliti (solo i letti in cure intense non hanno superato tale limite). In considerazione della fragilità della situazione epidemiologica, il Consiglio federale non ha ancora stabilito quando e in che forma si potrà eventualmente procedere a una terza fase di riapertura.
«Non sappiamo spiegare l'aumento dei contagi» - Alain Berset, precisando che tutte quelle elencate non sono ancora decisioni ma proposte messe in consultazione, ha aperto la conferenza stampa sottolineando che la situazione epidemiologica resta parecchio incerta: «Non siamo in grado di spiegare il perché di questo leggero aumento di contagi registrato negli ultimi giorni. Potrebbe essere dovuto alle riaperture avvenute il primo marzo o le nuove varianti, più contagiose», ha spiegato.
Strategia basata sui rischi - «È la prima volta che riapriamo delle attività anche se le cifre sono in aumento», ha aggiunto ancora Alain Berset. «Possiamo farlo solo perché ora abbiamo a disposizione molti più test e la campagna di vaccinazione sta proseguendo». Insomma, queste misure sono state messe in consultazione con la consapevolezza che la situazione resta estremamente fragile.
Manifestazioni con pubblico: 150 persone all’aperto, 50 al chiuso - Come annunciato, il Consiglio federale invita i Cantoni a esprimersi sulle sue proposte per la seconda fase di riapertura. Fra queste vi sono allentamenti per le manifestazioni in presenza di pubblico: il Collegio governativo propone di limitare a 150 il numero massimo di partecipanti per gli eventi all’aperto (p. es. partite di calcio o concerti open air) e a 50 per quelli al chiuso (p. es. in cinema, teatri, sale concerto). Gli allentamenti dovranno essere accompagnati dalla limitazione a un terzo al massimo della capienza dei locali e dall’obbligo di stare seduti e d’indossare sempre la mascherina. Tra uno spettatore e l’altro dovrà inoltre essere mantenuta la distanza di 1,5 metri o lasciato libero un sedile; infine, resteranno vietate le consumazioni e sconsigliati gli intervalli durante gli spettacoli.
Altre manifestazioni: non più di 15 persone - Nella seconda fase di riapertura è previsto di rendere nuovamente possibili – oltre agli eventi privati e alle attività sportive e culturali già consentite – anche altre manifestazioni con non più di 15 persone, quali le visite guidate nei musei, le riunioni dei membri di associazioni o altri eventi nel settore ricreativo e del tempo libero.
Incontri privati in casa con 10 persone - Per gli incontri privati tra familiari e amici in locali al chiuso, il Consiglio federale propone di innalzare il numero massimo di partecipanti dagli attuali 5 a 10, ma con la raccomandazione di limitare gli incontri ai membri di poche economie domestiche. Per gli incontri privati all’aperto continuerà a vigere l’attuale limitazione a 15 persone.
Riapertura delle terrazze dei ristoranti - Tra gli allentamenti possibili vi è inoltre la riapertura delle terrazze di bar e ristoranti, accompagnata da regole quali l’obbligo di consumare stando seduti e d’indossare la mascherina finché non arrivano le consumazioni, la limitazione a quattro ospiti al massimo per tavolo, l’obbligo di registrare i dati di contatto di tutti gli avventori e l’obbligo di mantenere una distanza di 1,5 metri fra i tavoli o di installare tra loro pareti divisorie. Le discoteche e i locali da ballo resteranno invece chiusi. Il sostegno finanziario alle strutture della ristorazione continua a essere garantito a prescindere da un’eventuale apertura delle terrazze.
Ognuno faccia i suoi calcoli - «Ci saranno ristoranti che apriranno solo la terrazza e avranno comunque diritto al lavoro ridotto in funzione dell'occupazione del personale, altri che decideranno di rimanere completamente chiusi», ha spiegato Guy Parmelin. Insomma, i ristoratori e i gestori dei bar dovranno fare i loro calcoli e capire sa val la pena riaprire o se tenere chiuso e beneficiare degli aiuti per intero.
Strutture accessibili al pubblico - Anche le strutture ricreative e del tempo libero dovranno poter riaprire analogamente ai negozi e ai musei. Il Consiglio federale propone la riapertura integrale dei giardini zoologici e botanici: nei locali al chiuso dovrà però sempre essere indossata la mascherina e mantenuta la distanza necessaria. Gli spazi interni degli impianti wellness e delle piscine pubbliche dovranno invece restare chiusi.
Sport e cultura per adulti fino a 15 persone - Tra le proposte del Consiglio federale vi è quella di allentare le disposizioni per le attività sportive e culturali anche per gli adulti nel settore amatoriale, per le singole persone e per i gruppi con fino a 15 persone. Per il loro svolgimento all’aperto occorrerà indossare la mascherina o mantenere la distanza necessaria di 1,5 metri, mentre al chiuso sarà generalmente obbligatorio sia portare la mascherina che rispettare il distanziamento. Sono tuttavia previste deroghe per attività che non possono essere praticate indossando la mascherina, ad esempio gli allenamenti della resistenza in palestra o il canto in coro. Prima di svolgere queste attività sarà perciò raccomandato di sottoporsi a un test.
No allo sport con contatto all'interno - Continuerà a non essere permesso praticare al chiuso sport con contatto fisico; questi sport possono invece essere praticati all’aria aperta se viene indossata la mascherina. Saranno inoltre vietate le competizioni di qualsiasi disciplina sportiva e resterà di attualità la raccomandazione di prediligere attività sportive e culturali che possono essere svolte all’aperto.
Università e formazione continua - Il Consiglio federale propone di consentire nuovamente l’insegnamento presenziale anche al di fuori della scuola dell’obbligo se non vi prenderanno parte più di 15 persone. Dovrà inoltre essere prevista una limitazione a un terzo al massimo della capienza dei locali d’insegnamento e dovranno essere rispettati l’obbligo della mascherina e del distanziamento.
Revoca della mascherina nelle case anziani - Per i residenti delle case per anziani e di cura che si sono fatti vaccinare è prevista la revoca dell’obbligo della mascherina. I dipendenti delle imprese che fanno testare almeno una volta alla settimana l’80% del proprio organico presente in sede e le persone vaccinate non dovranno più mettersi in quarantena se hanno avuto un contatto stretto con una persona risultata positiva al test.
Confermata la strategia di test - Dopo aver consultato i Cantoni, il Consiglio federale ha deciso in via definitiva di attuare senza sostanziali modifiche l’estensione della strategia di test. Rafforzare la prevenzione e il rilevamento tempestivo dei focolai locali può essere di supporto alla riapertura graduale della vita sociale ed economica. Dal 15 marzo la Confederazione assumerà i costi dei test rapidi effettuati nelle strutture riconosciute, anche delle persone che non presentano sintomi. Non appena saranno disponibili test fai da te affidabili, ogni persona potrà ritirarne cinque al mese. Alle imprese e alle scuole sarà inoltre consentito effettuare test di gruppo.
Interoperabilità con l’app tedesca - Il Consiglio federale ha infine approvato la modifica dell’ordinanza sul sistema di tracciamento della prossimità e l’accordo con l’istituto tedesco Robert Koch. Con la modifica sono create le basi legali necessarie per garantire l’interoperabilità tra l’app SwissCovid e l’app di segnalazione tedesca (Corona-Warn-App). Attualmente i frontalieri devono installare sul loro telefono cellulare entrambe le app e attivarne l’una o l’altra, a seconda che si trovino in Svizzera o in Germania. Non è tecnicamente possibile attivarle entrambe. Non appena le due app saranno interoperabili, non sarà più necessario installarle entrambe. Gli utenti dell’app svizzera saranno informati se sono entrati in contatto con una persona risultata positiva al test che utilizza l’app di segnalazione tedesca.
I problemi con Moderna - Negli ultimi giorni sono stati annunciati ritardi nella fornitura di vaccini da parte di Moderna. Berset ha confermato di avere avuto dei contatti con Lonza, il subappaltatore in Svizzera di Moderna. «Tuttavia il problema è a monte, perché i vaccini sono al 100 per cento di proprietà di Moderna, è quindi inutile trattare con il subappaltatore». Berset ha smentito di avere avviato trattative con Lonza per creare una linea separata di produzione del vaccino in Svizzera.
Rischio per gli ospedali - L'obiettivo, ha ricordato il consigliere federale, rimane quello di «attraversare la pandemia limitando al minimo i danni sia per la sanità che per l'economia e la società in generale». L'occupazione eccessiva degli ospedali «è assolutamente da evitare perché comporterebbe un blocco non solo degli interventi per i pazienti Covid ma anche per tutti gli altri interventi». Lo scenario «non è purtroppo ancora escluso, vedendo come la situazione si è evoluta in altri paesi nelle scorse settimane».