Una campagna di sensibilizzazione dell'Ufficio federale di sanità ha mandato in bestia il popolo della rete
Le reazioni su Facebook: molti chiedono la riapertura delle palestre. La portavoce: «Capiamo l'impazienza, ma vogliamo fare prevenzione»
BERNA - I ristoranti chiusi, le palestre idem. Il telelavoro obbligatorio. E una campagna dell'Ufficio Federale della Sanità Pubblica (UFSP) raccomanda agli smart-worker di non stare seduti troppo a lungo: «Che sia in ufficio, a casa o nel tempo libero: dare un taglio alla sedentarietà fa bene alla salute. Alzati quando squilla il telefono e chiama stando in piedi: poco sforzo, grande effetto».
Il post, comparso sulla pagina Facebook dell'UFSP, non è andato giù al popolo della rete. Che si è scatenato con commenti indignati: «Anche poter tornare al lavoro farebbe bene alla salute», è una delle repliche più frequenti. «Lavorare senza mascherina è ancora più salutare»
C'è chi pensa ai centri-fitness chiusi: «Preferirei poter tornare ad allenarmi. Le palestre sono chiuse da più di tre mesi, ma i numeri del Covid continuano ad aumentare. Quindi la ragione deve essere un'altra» osserva un utente. Un altro afferma di essere «in grado di prendermi cura di me stesso, meglio di quanto stia facendo l'Ufsp».
Ancora, c'è chi aspetta da settimane la vaccinazione, pur rientrando nella categoria dei pazienti a rischio. «Invece di propinare slogan intelligenti, sarebbe meglio cercare di velocizzare la campagna vaccinale».
Un'impazienza diffusa e «comprensibile» per l'autorità sanitaria. L'Ufsp - contattato da 20 Minuten - precisa che il post fa parte della campagna di prevenzione "Stand Up", che mira a incoraggiare le persone al movimento per evitare complicazioni causate dall'eccessiva sedentarietà. «Non stiamo parlando di attività sportiva, ma di piccoli movimenti nella vita di tutti i giorni. Le persone quando sono a casa tendono a muoversi di meno» spiega la portavoce Katrin Holenstein. Proprio la comprensione delle difficoltà e della situazione spiacevole con cui sono confrontati i cittadini «ci hanno spinti a sviluppare questa campagna di sensibilizzazione, in collaborazione con l'Ufficio federale dello sport» conclude Holenstein.