Lo annuncia su Twitter un professore dell'Università di Basilea. Nelle aule la protezione sarebbe insufficiente
BASILEA - «Fintanto che nelle aule saranno ammessi studenti non vaccinati e non testati, all'università non proporrò lezioni in presenza». Lo ha scritto lunedì su Twitter Dominique de Quervain, professore di neuroscienze cognitive all'ateneo basilese.
Il docente teme infatti un aumento dei contagi tra gli studenti: «La Confederazione permette lo svolgimento di lezioni con cinquecento o più presenze in aula poco ventilate, senza certificato Covid, senza distanziamenti e soltanto con mascherine di stoffa» spiega. E allo stato attuale soltanto la metà degli studenti è vaccinata, nonostante la loro fascia d'età sia maggiormente interessate dai nuovi contagi.
Da qui anche il timore che le conseguenze del Long Covid si facciano strada tra gli studenti: «Per loro potrebbero rappresentare un problema soprattutto i sintomi neurologici a lungo termine, quali l'affaticamento, la mancanza di concentrazione e di memoria» scrive ancora su Twitter. Per questo motivo, fino a nuovo avviso le sue lezioni avranno luogo online.
Il sostegno di docenti e studenti - La decisione del professore trova il sostegno di diversi docenti e studenti. «Non posso che dirmi d'accordo, Farò lo stesso. Qualsiasi altra decisione è irresponsabile e non giustificabile» scrive per esempio Andreas Papassotiropoulos, professore di neuroscienze molecolari all'ateneo basilese. De Quervain sarebbe stato contattato anche da altri docenti che non vogliono proporre lezioni in presenza. E si osserva preoccupazione pure tra gli studenti: «Alla fine di agosto inizia il mio Master of Advanced Studies alla ZHAW. Vorrei che i miei docenti facessero lo stesso» scrive l'utente Felix Huber.
Tuttavia altri mettono in guardia sui rischi dell'insegnamento a distanza per la psiche degli studenti: «Era proprio quello che si temeva. Ci vogliono un tasso di vaccinazione più elevato e requisiti più chiari per accedere alle aule universitarie, in modo che gli studenti in Svizzera non passino un quarto semestre da soli davanti allo schermo» afferma Theres Luethi, giornalista della NZZ am Sonntag.