Tra due mesi la Svizzera torna a votare sulla legge Covid. Le domande e le risposte più importanti
BERNA - Passato un referendum se ne fa un altro. Il 28 novembre la Svizzera sarà chiamata a votare (di nuovo) la legge Covid-19. O meglio, la legge sul certificato Covid-19. Ieri il consiglio federale ha ribadito l'importanza di un "sì", senza il quale diversi settori economici si ritroverebbero «in grave difficoltà», in particolare la ristorazione e il turismo.
Un voto che dovrebbe passare liscio, salvo sorprese: il 13 giugno il popolo ha già approvato l'attuale legge Covid con un 60 per cento di favorevoli. Il ministro della salute Berset ha detto di non essere «particolarmente preoccupato» e ha ricordato come, in ogni caso, il certificato Covid dispone di una base legale per tutto l'inverno (scadrà il 22 marzo 2022). Giova comunque chiarire alcuni punti.
Cosa abbiamo votato il 13 giugno?
Il popolo ha approvato una legge emanata dal Parlamento il 25 settembre 2020, rinnovando gli aiuti finanziari alle imprese colpite dalla pandemia. La stessa legge disciplina anche le misure volte a garantire l'assistenza sanitaria in una situazione di crisi, e fornisce la base per un certificato di vaccinazione uniforme e a prova di contraffazione.
Perché il 28 novembre si vota di nuovo sulla legge sul Covid-19?
Nella sessione primaverile del 19 marzo 2021, il Parlamento ha modificato la legge. Questo implica un nuovo referendum. L'oggetto del voto è, in sostanza, la base giuridica per il rilascio del certificato Covid a persone guarite, testate e vaccinate. La nuova legge fissa i parametri per le restrizioni e gli allentamenti della vita economica e sociale, e stabilisce che Berna possa assumersi i costi dei test. È stata ulteriormente elaborata la tracciabilità dei contatti: le persone vaccinate o guarite non devono più entrare in quarantena dopo essere entrate in contatto con una persona positiva.
Cosa c'è di sbagliato nella legge, secondo i contrari?
«La legge discrimina i non vaccinati e porta a una società a due classi» ha dichiarato Josef Ender, portavoce del Comitato No. Il certificato, sostengono i contrari, equivale a un obbligo di vaccinazione. Inoltre la legge attribuisce al Consiglio federale un potere eccessivo nell'imporre restrizioni alla vita sociale, e comporeterebbe una sorveglianza di massa dei cittadini.
E se il referendum bocciasse la legge?
Il Parlamento ha dichiarato urgente la legge sul Covid-19: ciò significa che entrerebbe in vigore immediatamente, in caso di approvazione. Diversamente, a partire dal 22 marzo in Svizzera non potranno più essere rilasciati certificati Covid-19 uniformi e a prova di contraffazione, ha sottolineato Alain Berset. Questo implicherebbe che verrebbe meno il riconoscimento reciproco dei "pass" tra paesi Ue e Svizzera: ci potrebbero quindi essere delle complicazioni per i viaggi e i soggiorni all'estero.
Che possibilità ha il referendum?
L'Udc è l'unico partito che si oppone alla legge sul Covid-19. Anche l'associazione "Amici della Costituzione", il Vaccination Decision Network, l'alleanza d'azione "Urkantons" e il movimento "Mass-Voll!" fanno parte del comitato contrario. In meno di quattro settimane sono state raccolte oltre 180.000 firme, il che indica un grande potenziale di mobilitazione. La campagna a favore della legge invece non è ancora iniziata.
Cosa pensano gli oppositori sugli aiuti finanziari?
«Se il governo federale causa dei danni, incluso il lockdown, è responsabile per i danni», afferma Ender. Pertanto, non è necessaria una legge che obblighi il governo federale a pagare finanziariamente le persone colpite.
Anche tutte le altre misure saranno un ricordo del passato, se le persone rifiuteranno la legge sul Covid-19?
Alain Berset ha chiarito che le misure basate sulla legge sulle epidemie continuano ad esistere. L'obbligo di indossare la mascherina sui mezzi pubblici, la chiusura di alcune strutture e i divieti di eventi rientrano nella legge sulle epidemie e non nella legge sul Covid-19.