Chi ha ricevuto il bonus gioisce, gli esclusi si lamentano: «Sono distribuiti in modo casuale»
BERNA - Tempi di magra per le Ffs. Dopo la pandemia, i pendolari svizzeri non sono mai del tutto rientrati in ufficio. Effetto dell'home-working: di oltre mezzo milione di abbonati pre-Covid ne sono rimasti meno di 400mila, e l'ex regia federale ha chiuso il primo semestre di quest'anno con un buco di quasi 400 milioni.
Che fare? «Dobbiamo riportare indietro coloro che viaggiano di meno. Abbiamo una forte crescita nel mercato del tempo libero, ma un forte calo dei pendolari» ha dichiarato alla Srf il Ceo Vincent Ducrot. I vertici dell'azienda ne hanno pensate di ogni, campagne pubblicitarie, concorsi, premi. Un grande investimento finanziario che pernon tutti hanno apprezzato. In particolare, hanno fatto storcere qualche naso i bonus da 500 franchi destinati agli abbonati che decidono di passare dall'offerta metà prezzo all'abbonamento generale.
Il problema è che, come sottolinea il Blick in un servizio odierno, gli sconti vengono spesso concessi "a casaccio". «Il mio coinquilino e mio fratello lo hanno ricevuto, io invece ho aspettato invano» racconta un cliente arrabbiato, titolare per sette anni di un abbonamento generale. «Non è giusto».
Non sembra essere un caso isolato. Il quotidiano riferisce di un'altra cliente, passata al metà prezzo durante la pandemia dopo cinque anni di abbonamento generale: «Il mio fidanzato era nella mia stessa identica situazione, e ha ricevuto lo sconto. Io sono rimasta a mani vuote». Il personale delle biglietterie delle Ffs si sarebbe mostrato poco comprensivo. «Mi hanno detto di farmene una ragione».
Il portavoce delle Ffs Reto Schärli ripete il concetto con altri termini. «Non esiste un diritto universale a beneficiare degli sconti» commenta. «Nel corso dell'anno verranno lanciate altre iniziative». Per Reto Hügli, portavoce dell'organizzazione del settore dei trasporti pubblici Swisspass, «è normale che una campagna di marketing favorisca alcuni gruppi di clienti piuttosto che altri, non c'è assolutamente niente di male».
La campagna ha attirato critiche anche da parte di ProBahn. L'associazione degli utenti del trasporto pubblico non vede di buon occhio i voucher delle Ffs. «Si cerca di riconquistare i clienti perduti con degli sconti. Ma in questo modo si infastidiscono gli abbonati rimasti fedeli» sottolinea la presidente Karin Blättler.