È la previsione dell'infettivologo Huldrych Günthard. Ma occorre rispettare precise condizioni
Secondo il professore zurighese, servono più persone vaccinate e i non vaccinati devono essere infettati dal virus
ZURIGO - La pandemia di Covid-19 dovrebbe essere terminata entro l'estate del prossimo anno. Lo ritiene l'infettivologo zurighese Huldrych Günthard. Ma a determinate condizioni.
Secondo il professore zurighese, occorrono più persone vaccinate e i non vaccinati devono essere infettati dal virus. Inoltre, nessuna nuova variante resistente ai vaccini esistenti deve fare la sua apparizione, precisa Günthard in un'intervista pubblicata oggi dalla SonntagsZeitung. L'infettivologo sottolinea che la sua tesi non vale per il mondo intero, ma unicamente per i Paesi che dispongono di un vaccino.
Dal canto suo, la responsabile scientifica dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), la dottoressa Soumya Swaminathan si mostra meno ottimista sul SonntagsBlick. A suo avviso, presto sarà ultimato il 60% del cammino. "Ma non si può escludere che vi sia un'altra montagna inattesa da scalare", aggiunge.
Terza dose
In talune parti del mondo, un percentuale elevata della popolazione è vaccinata, ovvero tra il 70% e l'80%, sottolinea la dottoressa. In altri Paesi, come in Africa, meno del 4% della popolazione è interamente vaccinata. "Più a lungo l'umanità tollera questa situazione, più grande è il rischio che appaiano nuove varianti".
L'OMS chiede che tutte le dosi disponibili vengano utilizzate per aumentare il tasso di vaccinazione nel mondo. Soltanto dopo questa scadenza si potrà considerare la somministrazione della terza dose del vaccino, rileva Swaminathan.
Ma l'infettivologo Huldrych Günthard non è d'accordo con queste conclusioni: "la protezione contro nuove infezioni diminuisce con il tempo". Non si capisce perché si debba aspettare ancora, aggiunge, temendo che il tutto torni molto velocemente.
Vi sono sempre più lacune nei vaccini, sottolinea il professore zurighese. "Grandi gruppi di persone dovranno nuovamente essere vaccinati. E ci vuole tempo", conclude il professore di infettivologia all'Ospedale universitario di Zurigo.