Lo rileva un sondaggio condotto da GastroSuisse dopo l’introduzione dell’obbligo.
Il 75% dei ristoranti lamentano pure un numero crescente di cancellazioni alle prenotazioni. Casimir Pfizer: «Necessarie nuove indennità».
BERNA - Da metà settembre, a causa dell'estensione dell'obbligo del certificato Covid, le attività di ristorazione in Svizzera hanno realizzato in media il 27,6% di fatturato in meno. Lo rileva un sondaggio dell'associazione di categoria GastroSuisse, precisando che il numero di cancellazioni di prenotazioni aumenta.
Regioni rurali più colpite - L'81,3% delle imprese alberghiere e della ristorazione interrogate ha registrato un calo del giro d'affari a causa dell'inasprimento della disposizione relativa all'obbligo del certificato Covid, ha comunicato oggi GastroSuisse. A essere maggiormente colpite sono le aziende che si trovano nelle regioni rurali per le quali la flessione media del fatturato è del 31,5%.
Più cancellazioni - Tre strutture intervistate su quattro hanno anche lamentato un numero crescente di cancellazioni di prenotazioni. Solo il 3,4% delle imprese ha potuto aumentare il giro d'affari nonostante l'obbligo del certificato.
Preoccupa l'inverno - Secondo GastroSuisse, il calo delle temperature, l'ondata di cancellazioni e le riserve esaurite preoccupano molto le aziende. Anche il potenziale di conflitto è percepito come problematico. Quattro imprese su dieci hanno riferito di liti nei loro stabilimenti. Molti ristoratori sperano quindi che l'obbligo del certificato sia presto revocato.
Il presidente di GastroSuisse, Casimir Platzer, citato nel comunicato, afferma che per le imprese seriamente colpite sono urgentemente necessarie nuove indennità per i casi di rigore.
GastroSuisse ha condotto il sondaggio dal 6 all'11 ottobre tra 2337 membri.