A tu per tu con Alain Berset, che è stato ospite della redazione di 20 Minuten per parlare della pandemia
Con l'approssimarsi dell'inverno, in diversi paesi i nuovi contagi da coronavirus sono in forte aumento. E c'è chi, come l'Austria, ha già deciso un giro di vite per frenare l'impennata di casi. Nel frattempo anche in Svizzera si osserva un peggioramento della situazione epidemiologica (ieri sono stati segnalati 4'150 infezioni, 55 ricoveri e 14 decessi).
Quali saranno le prossime mosse del Consiglio federale? Si pensa a un lockdown per i non vaccinati (la cosiddetta strategia 2G)? Il nostro sistema sanitario sarà in grado di reggere un eventuale aumento dei ricoveri? Queste e altre domande saranno sottoposte al ministro della sanità Alain Berset, che oggi è ospite nella redazione di 20 Minuten.
L'intervista con Alain Berset è terminata. Sull'edizione di domani, venerdì 12 novembre 2021, di 20 minuti sarà disponibile un riassunto.
Alain Berset pensa che in Svizzera non sarà necessario ricorrere a un lockdown dei non vaccinati (la cosiddetta strategia 2G). L'obiettivo è di mantenere la 3G (che dà attualmente l'accesso a ristoranti, strutture ricreative ed eventi a vaccinati, guariti e anche alle persone testate). Ma per questo è necessario un “sì” alla Legge Covid-19.
Se la legge sarà bocciata - ha sottolineato Berset - la situazione si complicherà, anche per quanto riguarda i viaggi all'estero. Ma sarà accettata la volontà del popolo.
Il ministro della sanità ha parlato anche della settimana nazionale di vaccinazione, rispondendo all'accusa di «sprecare» milioni per l'iniziativa. E ha spiegato che la settimana di vaccinazione costa meno di una settimana di test gratuiti.
La fine della pandemia
Una volta ha detto che la pandemia è come una maratona. Ma sembra piuttosto essere una ultra maratona. Secondo lei, quando ne saremo fuori?
Berset: «Con la vaccinazione, la scorsa primavera ero molto ottimista. Ma poi è arrivata una cattiva sorpresa: una variante ben più contagiosa. Siamo tutti stanchi, non avrei mai pensato che potesse durare così a lungo. L'inverno sarà difficile, ma resto ottimista e spero che andrà meglio».
Richiamo vaccinale
Jana: A partire da quando il richiamo vaccinale sarà disponibile per tutti?
Berset: «La questione è oggetto di discussione, ci stiamo lavorando. Ma innanzitutto è previsto per le persone anziane e a rischio. In seguito sarà disponibile per tutta la popolazione. E spero che accada presto».
Allentamenti
Mark: Con quale tasso di vaccinazione ci potrebbe essere un allentamento delle restrizioni?
Berset: «In tutti i luoghi in cui vale la regola 3G, non c'è più l'obbligo di mascherina. Vogliamo garantire a tutti un buon accesso al sistema sanitario. È necessaria un'immunità sufficiente, contando vaccinati e guariti. Siamo ancora lontani, anche se comunque non c'è ancora una soglia precisa».
Pillola anti-Covid
Daniel: A breve dovrebbe essere disponibile una pillola anti-Covid di Pfizer. La Confederazione ha già avviato delle trattative per l'acquisto?
Berset: «Siamo molto interessati a qualsiasi strumento contro il Covid. Dialoghiamo attivamente con tutti i produttori presenti sul mercato. Anche con Pfizer. In questo modo difendiamo gli interessi dei cittadini svizzeri».
Settimana nazionale di vaccinazione
Galuba: Come mai si usano milioni dei contribuenti per la settimana nazionale di vaccinazione?
Berset: «Con un tasso di vaccinazione molto più alto, il rischio di un sovraccarico del sistema sanitario sarebbe molto più basso. Vale davvero la pena investire nella vaccinazione. Per l'iniziativa sono stanziati al massimo cento milioni di franchi. Una settimana di test ci costa invece cinquanta milioni».
Protezione vaccinale
Monika: Cosa accadrà quando il prossimo anno la copertura vaccinale scadrà, e quindi anche il certificato Covid non sarà più valido? Dovremo farci rivaccinare tutti?
Berset: «È molto difficile dare una risposta a questa domanda. Si tratta di un virus completamente nuovo. E nessuno ne era immune. Ora molte persone hanno acquisito una certa immunità, anche grazie alla vaccinazione. Non ci troveremo più nella stessa situazione avuta che si era presentata all'inizio del 2020, nemmeno con le nuove mutazioni. Ci si può nuovamente ammalare, riattivando così l'immunità del corpo».
Terza dose
Fritz: Ha ricevuto la terza dose? Per quando è prevista?
Berset: «No, non l'ho ricevuta. Al momento la terza dose è prevista per le persone vulnerabili e per i cittadini over 65. Ma penso che presto sarà possibile riceverla.
Un certificato per i viaggi
Se la Legge Covid-19 sarà bocciata, il Parlamento non potrà avvallare la creazione di un certificato Covid per i viaggi all'estero?
Berset: «Non è impossibile, ma non sarà possibile senza una base legale. L'attestazione potrà essere utilizzata ancora fino a metà marzo, ma non oltre. Non potremo nemmeno più accettare certificati emessi da altri paesi. È chiaro che sarà tutto più complicato, anche viaggiare. Inoltre, verranno a cadere determinati aiuti economici».
Manifestazioni contro le restrizioni
Le manifestazioni contro le restrizioni anti-Covid sono diminuite: è riuscito a convincere tutti, è troppo freddo per manifestare o semplicemente le manifestazioni non sono più tollerate?
Berset: «Non è una cosa che posso giudicare, non è il Consiglio federale che approva le manifestazioni. Il dibattito è importante. Quattro volte all'anno abbiamo la possibilità di votare più temi. Il sistema funziona col rispetto. Se le manifestazioni sono pacifiche, non ci sono problemi. Si può anche discutere animatamente. Ma insulti e minacce non vanno bene».
Legge Covid-19
Il prossimo 28 novembre si andrà alle urne per votare la Legge Covid-19. Secondo il più recente sondaggio di 20 minuti e Tamedia, il 69% si dice favorevole. Pensa che la legge passerà?
Berset: «I segnali sono positivi. Un “no” porterebbe a una maggiore insicurezza. Possiamo comunque ritenerci fortunati di essere l'unico paese al mondo che in un anno va alle urne due volte per esprimersi sulla crisi».
Decisioni politiche
Un'altra domanda la pone l'undicenne Milena: È difficile, per lei, dover sempre prendere delle decisioni relative alla gestione della pandemia?
Berset: «È un bene che non sono da solo. Siamo sette consiglieri federali e prendiamo le decisioni tutti assieme, siamo una squadra. Stiamo lavorando bene anche con i ventisei Governi cantonali, con le amministrazioni cantonali e con il settore privato. Naturalmente si commettono anche degli errori, che si fanno nelle crisi. Ci sono stati momenti difficili, ma fa piacere sapere di non essere soli».
Proteggere gli scolari
In redazione sono presenti anche due bambine, che pongono le loro domande al ministro della sanità. La prima è quella della undicenne Marah: Nella nostra scuola ci sono stati dei contagi perché la maestra non indossava la mascherina. Come intende proteggere meglio gli scolari?
Berset: «Questa è una buona domanda. Si tratta di un ambito in cui le decisioni sono di competenza dei Cantoni, non della Confederazione. I bambini sono comunque meno colpiti dalla malattia e questa è una cosa buona. Ci sono le mascherine, ma anche i test salivari».
Comprensori sciistici
Le stazioni invernali hanno già annunciato che sulle piste non sarà necessario un certificato Covid. È la decisione definitiva, nonostante l'attuale aumento dei contagi?
Berset: «Lo scorso inverno eravamo probabilmente l'unico paese in Europa con comprensori sciistici e hotel aperti. Ed è andato tutto bene. Per le stazioni invernali le prospettive sono buone e ne sono molto contento. Penso che prossimamente non saranno necessari inasprimenti delle misure, ma non sappiamo come evolve la situazione. Siamo in una crisi, non possiamo escludere nulla».
Nella crisi ci vuole flessibilità
Come mai in Svizzera non viene adottato un sistema a “semaforo” come in Austria?
Berset: «Durante una crisi non si può reagire con degli automatismi. I sistemi a “semaforo” non hanno mai funzionato. Bisogna essere molto più flessibili. Anche l'Austria non ha rispettato il sistema, perché tutto dipende dalla velocità con cui si sviluppa la crisi. Sarebbe facile poter stabilire delle regole chiare, ma il virus si evolve in maniera dinamica».
Posti in terapia intensiva
Come mai nell'ultimo anno e mezzo la Svizzera non ha aumentato il numero di posti letto in terapia intensiva e nemmeno formato nuovo personale? In questo modo, ora potremmo affrontare la situazione con maggiore tranquillità.
Berset: «Le terapie intensive sono di competenza dei Cantoni. Non ci vogliono però soltanto posti letto, ma anche il personale per gestirli. Non è una questione finanziaria, in quanto per combattere la pandemia la Confederazione ei Cantoni hanno messo a disposizione moltissimi soldi».
Mantenere sotto controllo la situazione negli ospedali
Si va verso una nuova ondata. Di questo passo, tra un mese si registreranno 12'000 nuovi contagi al giorno. Il nostro sistema sanitario reggerà?
Berset: «Non contano i contagi, ma i ricoveri. Nel momento in cui si arriverà a un sovraccarico del sistema sanitario, allora avremo un problema. Non sarà più possibile avere accesso a un'assistenza medica efficiente. Non dobbiamo farci prendere dalla paura, seguiamo la nostra strada e adottiamo delle misure solo quando è assolutamente necessario».
La strategia 2G non ci serve
Allora in Svizzera non si arriverà mai a un lockdown dei non vaccinati (regola 2G). Oppure non ne vuole parlare in vista delle votazioni?
Berset: «Sono fermamente convinto che non arriveremo a tanto. Ma in una pandemia non si può mai essere sicuri di nulla. Il 3G si sta comunque mostrando efficace e dovrebbe consentirtici di non aver bisogno del 2G. In nessun grande evento ci sono stati dei focolai importanti. Questo significa che la strategia 3G funziona. Dobbiamo restare umili nei confronti dello sviluppo della pandemia, restare pazienti e in nessun caso perdere il controllo».
Un lockdown per i non vaccinati?
Diamo il benvenuto al consigliere federale Alain Berset. E cominciamo con la prima domanda. In diversi paesi i contagi stanno aumentando in maniera importante. E c'è chi ha adottato ulteriori restrizioni. Per esempio l'Austria, dove vale la cosiddetta regola 2G, ossia l'accesso a ristoranti e strutture ricreative è consentito solo a persone vaccinate e guarite. Si pensa anche in Svizzera a questo provvedimento?
Alain Berset: «Spero che non sarà necessario arrivare a tanto. Ma in una pandemia la situazione migliora e peggiora. Ed è importante non perdere il controllo, in modo da evitare un sovraccarico del sistema sanitario. Comunque al momento la situazione è sotto controllo».
A partire dalle 12, il ministro della sanità Alain Berset è ospite della redazione di 20 Minuten.