Pro Juventute lancia l'allarme: «Ogni giorno veniamo contattati da sette giovani con intenzioni suicide»
Si tratta del doppio di quanti lo facevano prima della pandemia. C'è preoccupazione anche per l'aumento esponenziale dell'uso dei telefonini e per lo stress dovuto all'incertezza.
ZURIGO - Ogni giorno, in Svizzera, sette giovani pensano al suicidio e prendono contatto con il 147 per discuterne. Pro Juventute, la più grande fondazione svizzera per bambini e giovani, ha pubblicato oggi il suo secondo Rapporto-Coronavirus e un primo, allarmante, bilancio del 2021: gli adolescenti e i giovani adulti sono i più psicologicamente gravati dalle conseguenze della crisi del coronavirus rispetto a tutte le altre fasce d’età. E il loro livello di benessere era significativamente più basso rispetto alla primavera 2020.
Record di consulenze per pensieri suicidi - Anche prima della pandemia di coronavirus, va detto, nel confronto internazionale la Svizzera registrava un tasso molto alto di suicidi tra i giovani. Ciò era evidente anche in ambito delle consulenze del 147, le quali sono rimaste stabili a un livello elevato per molti anni. Ora, per la prima volta, c'è stato un aumento significativo delle consulenze sul tema del suicidio. Rispetto all’anno precedente, nel 2021 il 147 ha effettuato il 40% in più di consulenze a causa di pensieri suicidi. Ogni giorno il 147 è in contatto con 700 bambini e giovani e ben 7 di questi contatti al giorno riguardano intenzioni suicide. Nel 2020 se ne contavano cinque al giorno, prima della pandemia solo 3-4. Anche la consulenza su argomenti come "autolesionismo/tagli", "preoccupazioni per gli amici" o "umore depresso" è aumentata considerevolmente.
Si soffre anche in Ticino - In Ticino l'andamento è paragonabile a quello del resto del Paese, come conferma il responsabile della Pro Juventute per la Svizzera italiana Ilario Lodi. «Non ci sono grandi differenze, anche da noi la tendenza al rialzo è la medesima». Oltre ad avere un quadro della situazione, i dati contenuti nel rapporto sono importanti perché sottolineano quanto sia importante agire adesso: «La pandemia la stiamo in un modo o nell'altro gestendo. Ma gli effetti sui ragazzi da un punto di vista educativo emergeranno più lentamente e più a lungo termine».
Tante preoccupazioni per il futuro - I bambini e i giovani sono infatti afflitti dalla paura per il futuro. Le richieste di informazioni riguardanti la scelta della professione sono aumentate del 23% rispetto al 2020. Nel 2021, le richieste sul tema della professione si focalizzano con più frequenza su questioni come «carichi eccessivi e stress».
Rafforzare gli strumenti esistenti - I problemi emersi in questo periodo non sono comunque solo una conseguenza diretta della pandemia, sottolinea l'associazione, «bensì anche di anni di negligenza nell’ambito della salute psichica di bambini e giovani». Pro Juventute chiede quindi che i centri di prima consulenza noti e orientati ai giovani come il 147 siano ulteriormente rafforzati. C’è inoltre bisogno di una maggiore promozione della salute psichica dei bambini e dei giovani e di maggiori risorse per servizi come il servizio medico scolastico, gli assistenti sociali a scuola e la psichiatria infantile e giovanile.
Tanto tempo al cellulare - Anche l’uso dei media digitali è aumentato durante la pandemia, rileva Pro Juventute. Nell’ultimo sondaggio, i bambini e i giovani hanno usato i loro cellulari per una media di 3 ore e 47 minuti durante la settimana e 5 ore e 16 minuti nel fine settimana. Con l’aumento esponenziale dell’uso dei media aumentano anche i lati negativi che esso comporta. Ad esempio, quasi la metà dei giovani dichiara di essere già stata molestata sessualmente su internet.