Intanto l'Ufsp raccomanda la dose di richiamo per tutti. La spiegazione: «Migliora la protezione e frena la diffusione»
BERNA - Dopo il preparato Pfizer, anche Moderna ingrana il booster per "tutti" (dai 18 anni in su). Questa settimana, infatti, il titolare dell’omologazione Moderna Switzerland GmbH ha presentato altri dati sulla vaccinazione di richiamo (booster) con il proprio vaccino anti-COVID-19 (Spikevax®).
Swissmedic ha valutato i benefici e i rischi di una vaccinazione di richiamo per tutta la popolazione adulta e ha modificato l’informazione sul medicamento. Tutte le persone adulte possono quindi effettuare da subito una vaccinazione di richiamo con metà dose, dopo che sono trascorsi almeno sei mesi dalla somministrazione della seconda dose.
Booster raccomandato per tutti - Intanto, alla luce del chiaro aumento del numero di casi in Svizzera, l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) e la Commissione federale per le vaccinazioni (CFV) raccomandano la vaccinazione di richiamo per la popolazione generale, comprese quindi le persone con meno di 65 anni.
Questa raccomandazione è in linea con la decisione di omologazione adottata dall’Istituto svizzero per gli agenti terapeutici Swissmedic.
Porre un freno alla trasmissione del virus - In questo modo si intende rafforzare la protezione individuale dall’infezione e porre quindi un freno alla trasmissione e alla diffusione del virus nell’attuale situazione epidemica.
Oltre 350 mila persone lo hanno fatto - A oggi la vaccinazione di richiamo è stata somministrata a più di 350'000 persone: si tratta di persone con più di 65 anni e persone particolarmente a rischio più giovani che corrono un altissimo rischio di ammalarsi in modo grave. Queste categorie devono continuare a godere di un accesso prioritario alla vaccinazione di richiamo.
Dai 16 anni in su - Considerati la situazione epidemiologica e il numero di casi in rapido aumento, la CFV e l’UFSP raccomandano che tutte le persone dai 16 anni in su possano accedere alla vaccinazione di richiamo. Le raccomandazioni di vaccinazione sono state ampliate di conseguenza. La cosiddetta vaccinazione booster dovrebbe essere somministrata al più presto sei mesi dopo la vaccinazione completa.
I più esposti - Finora la vaccinazione di richiamo era raccomandata in primo luogo alle persone con più di 65 anni e a quelle più giovani con malattie gravi preesistenti, poiché la loro protezione vaccinale da decorsi gravi diminuisce progressivamente e in caso di contagio il rischio che si ammalino in modo grave o debbano essere ospedalizzati aumenta. Per queste fasce d’età e per i professionisti della salute particolarmente esposti i Cantoni hanno già avviato la somministrazione delle vaccinazioni di richiamo. Per il momento sono state vaccinate più di 350 000 persone. Nella maggior parte dei Cantoni, le persone anziane che lo desiderano otterranno la vaccinazione di richiamo entro fine anno. Questa categoria di persone deve inoltre continuare a beneficiare di un accesso prioritario alla vaccinazione di richiamo. Sono circa 1,2 milioni le persone con più di 65 anni a cui è stata somministrata la vaccinazione completa sei mesi fa e per le quali una vaccinazione di richiamo dovrebbe essere data in novembre o dicembre, se possibile.
Protezione dalla trasmissione - Sei mesi dopo la vaccinazione completa, le persone con meno di 65 anni continuano a essere ben protette contro le forme gravi della malattia. I dati scientifici mostrano però che la protezione da un’infezione e da forme lievi della malattia diminuisce anche per loro. Nella maggior parte dei casi, le persone più giovani che si contagiano nonostante la vaccinazione sono asintomatiche o manifestano piuttosto sintomi lievi ed è raro che si ammalino gravemente. Possono tuttavia trasmettere il virus, anche se in misura minore rispetto ai non vaccinati.
Evitare il sovraccarico - Estendendo la vaccinazione di richiamo a tutti i giovani dall’età di 16 anni e gli adulti nella situazione epidemica attuale, la raccomandazione dell’UFSP e della CFV persegue l’obiettivo di contribuire a evitare il sovraccarico del sistema sanitario. La raccomandazione si basa sull’estensione dell’omologazione da parte di Swissmedic, che ha omologato i due vaccini a mRNA per la vaccinazione di richiamo (con Pfizer per persone a partire dai 16 anni e con Moderna a partire dai 18).
Meglio Pfizer o Moderna? - Alle persone al di sotto dei 30 anni è raccomandata preferibilmente la vaccinazione di richiamo con il vaccino di Pfizer, a prescindere dal vaccino utilizzato per l’immunizzazione di base. In linea di principio, nei limiti del possibile va somministrato lo stesso vaccino a mRNA utilizzato per l’immunizzazione di base. Se quest’ultimo non è disponibile in loco può essere impiegato anche l’altro vaccino a mRNA.
Le raccomandazioni di vaccinazione dettagliate saranno pubblicate oggi, 26 novembre 2021. I Cantoni decidono e comunicano da quando le persone aventi diritto possono prendere appuntamento. La transizione tra la vaccinazione di richiamo delle persone con più di 65 anni e quella delle persone con meno di 65 anni avviene in modo fluido.
L’immunizzazione di base resta fondamentale - Per uscire dalla pandemia di COVID-19 resta determinante la vaccinazione delle persone non ancora vaccinate.
La Svizzera dispone di quantità di vaccino sufficienti di entrambi i prodotti mRNA per offrire, nel 2021 e nel 2022, una vaccinazione a tutti coloro ai quali è raccomandata una vaccinazione di richiamo e a tutti coloro che ancora non si sono fatti vaccinare.
Finora 3'630 casi con effetti secondari seri - Dall'esame effettuato finora da Swissmedic sugli effetti indesiderati dei vaccini contro il Covid-19 sono emersi 10'386 casi di sospette reazioni avverse (su un totale di quasi 12 milioni di dosi somministrate). La maggior parte delle notifiche, ossia 6'765 (il 65% di questi 10'386), non è stata classificata come grave, mentre 3'650 (il 35%) sono state dichiarate serie. Lo indica oggi in una nota l'Istituto svizzero per gli agenti terapeutici.
Le persone colpite avevano in media 52,1 anni, di queste il 13,1% aveva un'età pari o superiore ai 75 anni. Nei casi classificati come seri l'età media era di 54,8 anni.
In 159 casi gravi le persone sono decedute a differenti intervalli di tempo dalla vaccinazione. L'età media era di 79,7 anni. Nonostante un'associazione temporale con la vaccinazione, non vi sono in nessun caso indizi concreti che la causa del decesso sia stata la vaccinazione, precisa però Swissmedic.
Stando alla nota, 7'129 (68,6%) notifiche si riferiscono al vaccino anti-Covid-19 Spikevax® di Moderna (il vaccino impiegato per circa il 65% delle dosi somministrate e il più utilizzato in Svizzera) e 3007 (29 %) al Comirnaty® di Pfizer/BioNTech (utilizzato per circa il 34% delle dosi somministrate).
Le notifiche di effetti indesiderati finora ricevute e analizzate non incidono sul profilo rischi-benefici positivo dei vaccini anti Covid-19 utilizzati in Svizzera, precisa ancora Swissmedic, secondo cui tali notifiche confermano il profilo di effetti collaterali noto dagli studi di omologazione e menzionato nell'informazione sui farmaci.