Sono 11.288 le candele accese in Piazza Federale per le persone morte di Covid.
Per Roman Bolliger, co-ideatore del movimento "Corona-Mahnwache", il Governo non sta però mostrando sufficiente compassione.
BERNA - Roman Bolliger*, insieme ad altri partecipanti al movimento "Corona-Mahnwache" (una sorta di veglia per le vittime del Covid), ha acceso 3.575 candele in Piazza Federale il 20 novembre dello scorso anno, 4.848 il 6 dicembre, 9.200 il 21 febbraio. Mercoledì sera erano 11'288. 20 Minuten lo ha intervistato.
Quali sono i suoi sentimenti riguardo la situazione attuale?
«Ogni candela rappresenta una persona che ha perso la vita a causa del coronavirus. Queste persone vengono ricordate durante le veglie. In politica succede di rado. Le veglie fanno capire quanto sia grave la situazione. Ad oggi 11.288 persone hanno perso la vita: stiamo vivendo una grande catastrofe, una catastrofe politica, non un disastro naturale. Per questo con le veglie chiediamo anche al mondo politico e alla popolazione di fare di più per proteggere le persone dal virus».
Perché crede che la politica non tenga in considerazione le vittime del Covid?
«C'è una mancanza di compassione dall'alto. Durante le conferenze stampa del Consiglio federale, raramente viene espresso rammarico per i decessi durante la pandemia. Inoltre l'Ufsp, nei suoi tweet quotidiani, non menziona nemmeno il bilancio delle vittime, che rischiano così di essere relegate a un mero dato statistico. Questo non è coerente con ciò che rappresenta la Svizzera».
Perché no?
«La Svizzera è nota per la sua tradizione umanitaria. Vengono assistiti i deboli, i malati e i feriti. La Croce Rossa è stata fondata in questo Paese. Sulla base di questa logica, la Svizzera si candida anche per un seggio al Consiglio di sicurezza dell'ONU. Ma con il Covid sta creando una rottura con questa tradizione».
In che modo?
«Il Consiglio federale non ritiene urgente intervenire finché i reparti di terapia intensiva non saranno sovraffollati. La sua strategia si basa praticamente solo sul numero di posti letto disponibili in terapia intensiva. Invece di proteggere al meglio la popolazione, la Svizzera sta esaurendo le unità di terapia intensiva e accettando molti decessi. È disumano!»
E sulla politica dei vaccini?
«Il Consiglio federale non può addossare la colpa a chi non si è vaccinato. Il Governo deve essere umano. Ciò significa che lo Stato o i medici devono avvicinare le persone che non sono state vaccinate, cercare il dialogo e motivarle a fare il passo. Significa anche introdurre misure di protezione aggiuntive, se necessario. Ad esempio, se tutti indossassero costantemente una mascherina, le infezioni potrebbero essere notevolmente ridotte. Invece la situazione è più tragica di quanto non sia mai stata in questa crisi».
Come mai crede questo?
«Molte persone continuano a perdere la vita a causa del virus nonostante esista un vaccino e dopo quasi due anni di pandemia, quindi con molte conoscenze utili a riportare la situazione sotto controllo. Serve soprattutto un cambio di strategia che verta sull'abbassamento del numero dei casi per uscire dalla crisi. Le autorità non dovrebbero aver paura degli errori, ma piuttosto ammetterli apertamente e imparare da essi. Ciò include anche dare spazio ai morti. Se ignoriamo le vittime, perdiamo parte della nostra compassione e umanità. Invece, ne abbiamo assolutamente bisogno per risolvere questa crisi».
Roman Bolliger (46)* ha iniziato la veglia con Simon Gehren nel 2020. Le migliaia di candele sono finanziate da donazioni. Finora ci sono state quattro veglie in Piazza Federale e altre in diversi cantoni.