Reazioni contrastanti alle decisioni odierne del Consiglio federale. Gastrosuisse protesta, i sindacati approvano
BERNA - Dividono, ancora una volta, le misure anti-Covid. Non si sono fatte attendere le reazioni alla decisione annunciata oggi dal Consiglio federale di inasprire le limitazioni ai locali pubblici. E sono come sempre contrastanti.
Il sindacato TravailSuisse accoglie con favore l'inasprimento che «oltre a proteggere la popolazione, impedisce pure la chiusura di molte aziende» si legge in un comunicato.
«Misure economiche per garantire i posti di lavoro e assicurare un reddito, come pure per sostenere i genitori che lavorano sono disponibili: se necessario dovranno essere adottate rapidamente e senza eccessiva burocrazia, scrive oggi il sindacato in una reazione alle decisioni governative» prosegue il sindacato.
Economiesuisse appoggia le misure - Per l'organizzazione mantello dell'imprenditoria, l'inasprimento deciso da Berna è «ampiamente giustificabile». Economiesuisse si aspetta che i provvedimenti rimangano strettamente limitati nel tempo e che allo stesso tempo l'offensiva di somministrazione della terza dose e di test venga portata avanti in modo molto più coerente.
I ristoranti scontenti - Di tutt'altro tono la reazione di GastroSuisse. L'associazione di categoria della ristorazione si dice «preoccupata» dal regime del "2G": molti stabilimenti attivi nel settore alberghiero e della ristorazione sono ora più che mai minacciati di scomparire, si legge in una nota odierna. L'organizzazione chiede quindi alla Confederazione di indennizzare le perdite di fatturato derivate da questa disposizione.
GastroSuisse sarebbe stata favorevole ad alternative, ma accoglie positivamente il fatto che il Consiglio federale voglia mantenere la vita pubblica. L'associazione - nella nota - si dice in questo senso sollevata dal fatto che l'Esecutivo abbia rinunciato alle chiusure parziali e abbia optato per l'introduzione del "2G".
«Ci dispiace però che il settore alberghiero e della ristorazione venga ancora una volta punito in prima istanza e che la Confederazione e i Cantoni chiudano un occhio su altri luoghi di vita, nonostante sia dimostrato che essi registrano più contagi del settore alberghiero e della ristorazione», sottolinea il presidente di GastroSuisse Casimir Platzer.
I partiti accolgono le misure, tranne l'Udc - In ambito politico, le misure non hanno scatenato entusiasmi ma sono accolte con approvazione da parte di Ps, Centro e Plr. L'Udc invece boccia su tutta la linea le scelte del governo.
Ps: passo giusto - La strategia annunciata è un passo nella giusta direzione, secondo il PS. La regola del 2G generalizzato (e del 2G+ in certi casi) rafforza la lotta contro la pandemia, così come l'obbligo del telelavoro, che garantisce una migliore protezione della popolazione attiva, sottolinea il partito. La campagna di vaccinazione, e in particolare la somministrazione dei richiami, deve ora essere intensificata per combattere efficacemente il virus e alleviare la pressione sugli operatori sanitari, ha twittato il PS.
Centro preoccupato - Le decisioni del Governo ottengono il sostegno anche dell'Alleanza del Centro, per la quale le misure adottate sono giuste alla luce della situazione negli ospedali. Malgrado ciò, in una nota il partito si dice preoccupato per restrizioni con cui dovranno fare i conti i non vaccinati. Accoglie con favore il fatto che il Consiglio federale continui a permettere incontri privati, anche se con limitazioni, e che la Confederazione copra i costi dei test antigenici.
Liberali contrari al telelavoro - Il PLR comprende le decisioni del Consiglio federale, ma si oppone a un obbligo rigido di telelavoro e alla regola del 2G+ imposti dallo Stato. Il partito ritiene che il 2G sia invece difendibile e chiaramente preferibile a un obbligo di vaccinazione. Anche un confinamento parziale sarebbe stato dannoso per l'economia e avrebbe penalizzato i vaccinati, rileva. Il PLR chiede ai Cantoni di accelerare la somministrazione delle dosi di richiamo a coloro che lo desiderano e di garantire l'accesso alla vaccinazione dei bambini.
L'Udc protesta - Storce il naso invece l'UDC, che condanna le nuove misure e quella che definisce una politica sproporzionata, arbitraria e senza concetto. Per il partito, l'introduzione generalizzata del 2G, le regole per le riunioni private e l'obbligo del telelavoro vessano ulteriormente la popolazione. Lo Stato, prosegue la formazione politica, "rovina le feste di fine anno" e "nuoce in modo inaccettabile alle nostre libertà e alla nostra privacy". Con il 2G, secondo l'UDC il Governo introduce la vaccinazione obbligatoria dalla porta di servizio.
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Le reazioni in Ticino - Anche in Ticino le nuove ordinanze non fanno l'unanimità, tutt'altro. Il direttore di GastroTicino Massimo Suter ai microfoni di Radio Ticino ha ribadito che «ancora una volta a pagare il prezzo maggiore è il settore della gastronomia». Il direttore della Camera di Commercio ticinese Luca Albertoni non è sorpreso dalle misure, e si dice scettico sull'efficacia sanitaria dell'obbligo del telelavoro. «Molte aziende lo utilizzavano già, non so quanto fosse necessario introdurre una misura di questo tipo, ma ci adegueremo». Per il resto, Albertoni ritiene l'impatto delle misure sulla ristorazione e il settore del divertimento «difficilmente quantificabili».