Dovrebbe costare 20 franchi all'anno e coprire i costi delle piste ciclabili
L'idea dell'Udc ha raccolto l'adesione anche di Fabio Regazzi (Ppd): «Dovrebbero pagare come fanno i passeggeri dei treni, gli automobilisti e i motociclisti».
BERNA - Andare in bicicletta non deve più essere gratuito: i ciclisti in futuro dovrebbero pagare una sorta di vignetta, pari a 20 franchi all'anno, per contribuire alle spese di ampliamento della rete di piste ciclabili. È quanto chiede una mozione del consigliere nazionale Benjamin Giezendanner (UDC/AG).
La proposta è stato firmata da 44 parlamentari, fra cui il ticinese Fabio Regazzi (Centro), scrive oggi il domenicale svizzero-tedesco SonntagsZeitung.
Stando alla mozione, una tassa di 20 franchi all'anno è appropriata e giustificata in seguito al futuro ampliamento della rete di piste ciclabili - appena deciso dal parlamento - che secondo Giezendanner costerà circa due miliardi di franchi. Attualmente non è ancora noto quanto peserà sulle finanze pubbliche questa espansione delle cosiddette ciclovie.
"In futuro, i ciclisti dovrebbero essere trattati allo stesso modo degli automobilisti, dei motociclisti e dei passeggeri dei treni", sostiene il consigliere nazionale argoviese, ideatore dell'atto parlamentare. Secondo quest'ultimo, chi ottiene diritti supplementari - come i ciclisti - con la nuova legge sulle piste ciclabili, deve anche assumersi obblighi supplementari, e questo vale anche in termini finanziari. Le entrate nelle casse dello Stato, con la misura proposta dal democentrista, dovrebbero superare i 100 milioni di franchi all'anno.
Immediata la risposta delle associazioni a difesa dei ciclisti, che citati dal domenicale si dichiarano estremamente contrari a tale idea. "Non sono solo i ciclisti a beneficiare dell'ampliamento delle piste ciclabili, ma tutti. Perché se il traffico motorizzato e il traffico di biciclette sono separati, ciò porta anche maggior sicurezza per i conducenti di auto e camion", replica il consigliere nazionale Matthias Aebischer (PS/BE), presidente di Pro Velo Svizzera, secondo cui le corsie ciclabili separate rendono anche il traffico più scorrevole.