Il numero dei feriti gravi ha fatto segnare un drammatico aumento rispetto agli anni precedenti.
Per contrastare questo fenomeno l'UPI ha lanciato un nuovo capitolo della campagna «Don't mess it up».
BERNA - Due morti e 123 feriti gravi. Questo è il triste bilancio registrato l'anno scorso negli incidenti che hanno coinvolto giovani motociclisti tra i 15 e i 17 anni d'età. Per correre ai ripari l'Ufficio prevenzione e infortuni (UPI) ha lanciato un nuovo capitolo della propria campagna «Don't mess it up».
Aumenta la cilindrata, aumentano gli incidenti - Dal 2021, infatti, a partire dai quindici anni è possibile guidare motociclette e scooter fino ai 45 chilometri, mentre dai 16 anche moto con una cilindrata di 125 centimetri cubici. «Le statistiche relative a questi incidenti - precisa l'UPI - suscitano preoccupazione. In questa fascia d'età si contano infatti due morti e 123 feriti gravi». A titolo di confronto, ricordiamo che la media dei quattro anni precedenti faceva registrare lo stesso numero di decessi, ma "solo" 56 ferimenti gravi.
«Mai così male dal 2015» - Ma non è solo tra i giovanissimi centauri che la situazione è peggiorata. «Il numero di feriti gravi e dei morti imputabili a un incidente motociclistico sulle strade svizzere è aumentato per tutte le categorie d'età con un totale di 47 morti e 1'067 feriti gravi», precisa l'UPI ricordando che «era dal 2015 che non si rilevavano cifre tanto alte».
Campagna social - Per contrastare questo fenomeno e migliorare la sicurezza dei motociclisti, l’UPI ha deciso di puntare molto su un’informazione mirata. «In funzione di questo gruppo target, l'anno scorso è stata lanciata la campagna «Don't mess it up» attraverso piattaforme come Instagram, TikTok, Snapchat, YouTube e Spotify».
Video per i più giovani - Elaborata in stretta collaborazione con i diretti interessati e con la Federazione Motociclistica Svizzera (FMS) e cofinanziata dal Fondo di sicurezza stradale, la campagna è entrata ora nella seconda fase che si protrarrà prevedibilmente fino al 2023. «I video - spiega l'UPI - trasmettono il messaggio che un comportamento inadeguato in moto non è solo pericoloso ma anche imbarazzante. Questo dovrebbe incoraggiare i giovani a riflettere e ad analizzare con onestà il loro comportamento alla guida».