Il 2022 è già da record per le tragedie in altura. Chi sono le vittime e quali i sentieri più fatali
BERNA - Sempre più gente sui sentieri svizzeri significa anche sempre più gente impreparata e un numero maggiore d'incidenti, anche con esito letale.
Siamo solo a settembre ma il 2022 si profila all'orizzonte come l'anno con più vittime della montagna in assoluto, come conferma un'indagine svolta dai quotidiani del gruppo Tamedia. Al momento il totale è di 40 e se l'autunno - mese particolarmente apprezzato dagli escursionisti - si rivelerà caldo e lungo, nuovi decessi per la fine dell'anno sono tutt'altro che esclusi.
«Da una parte la natura, dall'altra gli escursionisti»
Per la Rega e il Club Alpino Svizzero (Cas) luglio è stato un mese davvero di fuoco, con un numero mai visto prima d’interventi (ben 2'100). Ogni uscita è una storia a parte ma - con il passare degli anni - le cose sono cambiate per i soccorritori che devono far fronte a nuove insidie. Una su tutte: gli esseri umani.
«Da una parte c'è la natura, dall'altra ci sono gli altri escursionisti che spesso formano capannelli dove si verificano gli incidenti e che poi quando arriviamo si muovono verso l'elicottero per scattare foto», spiega al quotidiano il paramedico Markus Reichenbach, «per prassi ormai facciamo quasi scendere a terra un soccorritore del Cas che mette in sicurezza la zona, allontanando i presenti, per poi iniziare con l'intervento vero e proprio».
Si sottovaluta la preparazione
Chi si muove per affrontare le montagne svizzere spesso e volentieri è più turista che alpinista e non prende davvero in considerazione la sfida, tanto per lo sforzo fisico quanto per l'equipaggiamento, che risulta inadeguato ad affrontare piste che possono rivelarsi anche estremamente ripide.
Non solo si muove più gente - il 57% degli svizzeri ha dichiarato di fare escursioni (un +20% rispetto al 2008) - ma lo fa anche prima (o meglio, troppo presto) trovandosi ad affrontare ghiaccio e neve, con conseguenze anche tragiche. Scivolare in alta montagna spesso e volentieri si traduce in un decesso.
Uccisi da una caduta, i monti più letali
Il 90% di chi spira in montagna, confermano i dati, è per una caduta accidentale o figlia della distrazione. Il 10% restante dei decessi è causato da frane e smottamenti. Fra le montagne più letali in assoluto c'è il gruppo dell'Alpstein (fra Appenzello e San Gallo), il massiccio del Pilatus ma anche gli svittesi Mythen (grande e piccolo)
Altro dato non privo di significanza è l'età: il 40% delle persone che perdono la vita in montagna ha più di 60 anni. I seniores, infatti, sono di fatto la categoria più a rischio. Il motivo è da ricercare soprattutto nella condizione fisica, che può inficiare l'equilibrio, ma anche la lucidità nell'affrontare camminamenti impegnativi, sopravvalutando le proprie capacità.
Uno su due viaggia da solo
Da ultimo, non per ordine d'importanza, il fatto che una persona su due cammina in solitaria. Questo porta ad allarmi tardivi e all'impossibilità, a volte, di ricostruire la dinamica dell'incidente.
Ciò può portare problemi anche dal punto di vista giuridico, con fascicoli d'inchiesta chiusi per mancanza di testimoni. In generale, però, gran parte degli incidenti viene considerato figlio della negligenza individuale. Solo nel caso che le autorità che gestiscono i sentieri non hanno segnalato la presenza di un pericolo, possono essere ritenuti responsabili.