Troppe disgrazie in montagna. 6 morti in Ticino in meno di due mesi. E spesso la causa è l'equipaggiamento sbagliato.
LUGANO - La scorsa settimana due persone avevano perso la vita durante un'escursione. Il bilancio si è aggravato ieri quando è giunta la notizia del ritrovamento del corpo del giovane bellinzonese disperso sui monti della Leventina. Ma i numeri sono ancora più impietosi se si guarda al bilancio di perdite di vite umane che il Ticino ha dovuto registrare da diverse settimane a questa parte: in meno di due mesi sono già sei le persone decedute.
È un numero in crescita quello degli escursionisti che perdono la vita in montagna. Semplice fatalità o un eccesso di confidenza?
Stando al racconto di Mattia Libanore - Guida trekking ticinese - ci potrebbe essere anche un'altra ragione: la non adeguata conoscenza dell'equipaggiamento corretto per affrontare camminamenti anche di una certa difficoltà. Scarpette da tennis e Crocs non sono proprio le calzature adatte per inerpicarsi su certi sentieri.
«Eppure accade - racconta la guida - me ne accorgo quando a volte, scendendo, vedo salire persone che calzano delle scarpe assolutamente inadatte per la montagna. Dirò di più: mi capita spesso d'incrociare persone da sole. Sbagliatissimo. In montagna bisogna andarci sempre in gruppo»
Insieme ad alcuni amici ha messo in piedi un progetto - Mountain Experience - che si prefigge di far conoscere (e amare) le montagne del Ticino con la corretta consapevolezza.
«Prima di un'escursione forniamo ai partecipanti un opuscolo con tutte le istruzioni - spiega - e inoltre dalla nostra applicazione diamo la possibilità agli escursionisti di conoscere immediatamente la distanza del percorso e il dislivello. Quando si parte per la camminata tutti sono preparati per affrontarla al meglio e ovviamente anche dal punto di vista dell'equipaggiamento».
Tanti continuano a ignorare i più elementari accorgimenti. «Ci sono persone che non si dotano neanche del kit medico, che oggi trovi con soli 15 franchi al supermercato. Non li capisco».
Vivere la montagna in modo consapevole e soprattutto con un bagaglio di conoscenza che è indispensabile possedere, sono queste le raccomandazioni di Libanore. «C'è troppo ignoranza e la montagna non la può contemplare, per questo serve maggiore informazione. In questo modo, molti incidenti si potrebbero evitare».
Sei incidenti mortali in meno di due mesi
Le montagne ticinesi sono state teatro di sei infortuni mortali negli ultimi due mesi. La serie nera di incidenti era iniziata il 7 giugno a Frasco, in Valle Verzasca, dove aveva perso la vita un 53enne tedesco. Undici giorni dopo, era il 18 giugno, un 66enne grigionese era invece morto a seguito di una caduta nella zona del Pizzo di Claro. Il 9 di luglio è un escursionista 64enne a trovare la morte dopo essere precipitato in un burrone nella zona del Cogn di Camadra, in Valle di Blenio. Il 17 luglio un 34enne milanese è deceduto ad Aquino, in Valle Verzasca, mentre appena due giorni dopo un 65enne zurighese ha perso la vita a seguito di una caduta sul Pizzo Cristallina, in Vallemaggia. Si arriva quindi all’ultimo infortunio fatale, avvenuto il 24 luglio nei pressi del laghetto di Morghirolo, in Leventina, costata la vita a un 45enne del Bellinzonese.