Secondo l'associazione "Apprentis d'Auteuil" il fenomeno è più diffuso nelle scuole secondarie.
GINEVRA - Sette giovani su dieci: è il rapporto numerico preoccupante che fotografa lo stato dell'arte di un fenomeno che non si arresta. Il bullismo. E che fa ogni giorno sempre più vittime, soprattutto nelle scuole secondarie.
È quanto emerge da una indagine sulla violenza nelle scuole dell'associazione Apprentis d'Auteuil, presentato proprio oggi: il dato di quei sette giovani su dieci che ha confessato di avere subito atti bullismo è allarmante.
Il fenomeno è presente in misura maggiore nelle scuole secondarie (citate dal 71% degli intervistati) e in misura minore nelle scuole elementari (27%), nelle scuole superiori (26%) e nelle scuole materne (6%).
«Questa tendenza può essere spiegata in particolare dall'effetto gruppo che è molto forte nella scuola secondaria - hanno spiegato a 20Minutes i portavoce dell'associazione - ma anche al fatto che il telefono cellulare sta facendo il suo ingresso nella vita degli adolescenti».
Dando un'occhiata ai numeri che raccontano il fenomeno si scopre che «il 64% delle vittime dichiara di aver già subito aggressioni verbali come insulti e prese in giro, il 44% violenze psicologiche quali molestie morali, umiliazioni legate ai risultati scolastici, molestie informatiche, il 38% aggressioni fisiche, ad esempio spintoni e botte».
È stato chiesto ai ragazzi quale sia stata la loro reazione interiore - anche con il passare del tempo - a seguito delle violenze subite: quasi la metà degli intervistati ha posto l'accento su «un calo di fiducia in se stessi», mentre un 30% è arrivato all'abbandono della scuola e a sviluppare forme di fobia scolastica. «Il bullismo crea effetti dannosi sulla salute mentale e fisica - hanno spiegato quelli di Apprentis d'Auteuil - la nostra indagine ha portato alla luce il fatto che almeno il 22% degli intervistati rientra in questa categoria.».
I risultati della ricerca hanno subito animato il dibattito: «la violenza scolastica distrugge l'immagine di sé dei giovani e dà loro l'impressione che gli adulti non svolgano il loro ruolo di protettori», ha detto Jean-Pierre Bellon, insegnante di filosofia e promotore del programma pHARe per combattere il bullismo scolastico. «Questa violenza inizia nelle scuole elementari - ha continuato - è considerata un bisticcio tra studenti e non vi si presta molta attenzione».
Le aggressioni subite a quell'età vengono ricordate per tutta la vita, ne è convinta anche Pascale Lemaire-Toquec, esperta di questioni educative proprio presso Apprentis d'Auteuil.
L'indagine mette sotto la lente d'ingrandimento anche l'uso smodato e scorretto del telefono cellulare: «L'inizio della scuola secondaria è anche il momento in cui gli adolescenti acquistano un telefono cellulare e possono potenzialmente praticare il cyberbullismo - evidenziano gli autori del sondaggio - e hanno accesso sempre più precocemente a contenuti inadeguati alla loro età. Ciò contribuisce a rendere comuni la violenza e gli insulti. E poiché sono spugne, riproducono questi comportamenti».