La polizia ginevrina ha annunciato di volere rinunciare all'utilizzo dei rapaci in azioni d'intercettazione.
GINEVRA - La polizia ginevrina rinuncia al suo progetto di utilizzare delle aquile per intercettare i droni indesiderati in volo, lanciato nel 2017 dal Dipartimento della sicurezza. La decisione, caduta alla fine dello scorso mese, è stata presa per preservare la salute dei rapaci.
«La brigata dedicata alla lotta ai droni si concentrerà su mezzi tecnici» ha detto oggi a Keystone-ATS, confermando un'informazione di "Le Matin Dimanche", il portavoce delle forze dell'ordine Alexandre Brahier. Due uccelli erano stati addestrati da un falconiere, ma non sono mai stati usati in missione.
La polizia ginevrina aveva acquistato due uova di aquila che si erano schiuse con successo. I rapaci avrebbero dovuto essere operativi nel 2018, ma già all'alba del progetto i responsabili avevano messo le mani avanti, sottolineando come la riuscita non fosse garantita visto che i protagonisti erano degli animali selvatici.
Di diverso avviso il presidente dell'associazione Falco di cui fanno parte i falconieri addestratori: a suo avviso le due aquile reali erano pronte per la missione, ricordando come «tali uccelli anti-drone sono utilizzati nei Paesi Bassi e nella base militare francese di Mont-de-Marsan» ha riferito al quotidiano 20Minutes.