Cieli off-limits e paese accessibile solo attraverso un singolo check-point stradale, l'esercito: «Siamo schierati e pronti»
DAVOS - 50 km fra barriere e recinzioni di sicurezza, 5'000 soldati da tutta la Svizzera e un massiccio dispiegamento di agenti della Cantonale dei Grigioni.
È già attiva e pronta il rodato congegno di sicurezza che dovrà proteggere gli ospiti del Wef di Davos, che inizierà questo lunedì. Attese circa 3'000 persone da più di 100 delegazioni, un decimo di queste - si stima - arriverà nel paese grigionese con un jet privato.
«Siamo pronti, gli uomini sono schierati e il dispositivo di sicurezza è in loco, e ben collaudato», conferma ai media in conferenza stampa il comandante della Divisione territoriale 3 dell'esercito Lucas Caduff che conferma come l'obiettivo chiave di soldati, poliziotti e professionisti «è difendere sì le persone, ma principalmente gli obiettivi-chiave».
Per fare ciò, ribadisce Caduff «è fondamentale il lavoro di cooperazione fra i partner, compresa l'Aviazione svizzera e dei Paesi limitrofi, come Austria e Italia». La sicurezza dei cieli, infatti, è una delle priorità assolute delle forze di difesa di questo Wef. Anche considerando l'apertura, quest'anno, dell'aeroporto Davos Lago. I cieli di Davos già da qualche giorno sono off-limits per l'aviazione civile, a meno di eccezioni particolari.
Allerta elevatissima anche per quanto riguarda l'accesso via terra, che sarà possibile esclusivamente attraverso un asse: quello nord-sud. Chiusa, per questa edizione, la strada che collega al Passo della Flüela. All'entrata della località è stato stabilito un check-point che ha il compito di controllare ogni singolo veicolo in arrivo.
«Ci rendiamo conto che le misure di sicurezza potranno portare qualche disagio anche », commenta Caduff, «ma speriamo che siano ridotti al minimo e vi ringraziamo per la pazienza». Disagi che quest'anno, in cui il Forum si tiene una settimana prima, non hanno mancato di disturbare anche il turismo, con più di un borbottio.