La sinistra svizzera rilancia la proposta della settimana lavorativa corta. Potrebbe aiutare contro la carenza di manodopera?
BERNA - A metà gennaio il Parlamento di Basilea ha approvato una mozione che chiede una settimana di 38 ore per i dipendenti dell'amministrazione cantonale. Per quale motivo? Per rendere il Cantone più attrattivo come datore di lavoro, vista la «forte concorrenza regionale».
Non solo: sono diverse le aziende svizzere che nel recente passato hanno annunciato pubblicamente che avrebbero permesso ai dipendenti di lavorare solo quattro giorni con lo scopo di diventare più attrattive. In alcuni casi riducendo le ore di lavoro settimanali, in altri mantenendole (si lavora le stesse ore, ma su quattro giorni).
Il tema sta ora tornando prepotentemente sia negli ambienti sindacali, che imprenditoriali, che politici. Come riporta il Tages Anzeiger, infatti, la sinistra ha rilanciato il dibattito della settimana corta (ovvero quella di 4 giorni lavorativi su 7, con lo stesso stipendio) per contrastare la penuria di lavoratori.
Secondo il parlamentare socialista basilese Pascal Pfister è infatti proprio questa penuria ad aver spinto la mozione basilese a passare - anche grazie alla firma di alcuni membri dei partiti borghesi. «Con la carenza di lavoratori qualificati, la questione ha assunto una certa urgenza per gli ambienti politici».
Perché non allargare la questione a livello nazionale? Per la consigliera nazionale del PS Tamara Funiciello è chiaro che una settimana lavorativa più corta potrebbe alleggerire la situazione sul mercato del lavoro. Lavorare 35 ore a settimane «non solo rende le persone più sane e più felici, ma facilita il reinserimento lavorativo, in particolare delle donne, perché occupazione e famiglia possono essere combinati meglio».
«Non è una soluzione»
Non tutti però sono d'accordo. Dalle pagine del quotidiano zurighese, il capo economista di economisesuisse Rudolf Minsch ha detto che il dibattito si basa su un «equivoco di fondo», nel senso che «dal punto di vista egoistico di una singola azienda, la settimana di 4 giorni può essere un rimedio alla carenza di lavoratori qualificati - da un punto di vista macroeconomico, invece, aggrava la carenza di personale».
Questo perché, ad esempio, se per un informatico è possibile essere più produttivo stando meno tempo al PC durante la settimana, «in molti settori ciò non è possibile. Un parrucchiere non può tagliare i capelli più velocemente e un autista di autobus non può fare più giri nello stesso tempo». Di conseguenza, queste aziende avrebbero bisogno di più personale per lo stesso lavoro.
A tal riguardo, anche Pascal Pfister ha ammesso che una riduzione dell'orario di lavoro non è probabilmente possibile in tutti i settori senza creare nuovi posti di lavoro, ritiene però che introdurla - almeno in certi settori - sia vantaggioso per la società nel suo complesso.
Guardando all'estero, mentre Funiciello cita l'Islanda (dove, secondo degli studi, la produttività del Paese non è diminuita nonostante la riduzione delle settimane lavorative) Minsch consiglia di guardare alla Francia, dove la settimana di 35 ore ha portato a «salari catastrofici e uno sviluppo economico lento».