Il valore delle azioni dell'istituto ha chiuso in calo dell'8%, trascinando con sé diversi altri titoli quotati alla borsa di Zurigo.
ZURIGO - L'aiuto di miliardi della Banca nazionale svizzera (BNS) a Credit Suisse ha ridotto solo di poco le preoccupazioni degli investitori sulla grande banca in difficoltà. Mentre il corso delle azioni del numero due bancario elvetico sono scese di nuovo oggi (-8% al termine della giornata) le speculazioni su una sua divisione si fanno sempre più insistenti.
Il prestito di 50 miliardi della BNS, accolto ieri da Credit Suisse, ha alleggerito la pressione sulla banca, almeno nel breve periodo. Nonostante la grande «pezza» della BNS, le preoccupazioni rimangono, hanno commentato ad esempio oggi gli analisti della banca d'investimento statunitense KBW. Sul mercato si fa riferimento in particolare alle cifre persistentemente in rosso e al continuo deflusso di depositi e patrimoni dei clienti.
Lo scetticismo degli investitori si riflette anche nell'andamento del titolo Credit Suisse. Dopo il movimento di recupero di ieri, il corso dell'azione è sceso bruscamente già oggi: dopo aver aperto sopra i 2 franchi, nel primo pomeriggio era già finito sotto quella soglia, mentre alla chiusura il titolo si è attestato a 1.86 franchi (-8,01%).
Ulteriori correzioni
Alla luce dei continui e gravi problemi della grande banca, gli analisti bancari dubitano che il Credit Suisse possa continuare il suo corso senza ulteriori correzioni. Secondo KBW, l'istituto finanziario potrebbe essere costretto ora a procedere a una ulteriore ristrutturazione.
«A nostro avviso, lo status quo non è più un'opzione», ha dichiarato in un commento l'autorevole analista bancario Kian Abouhossein della banca statunitense JPMorgan. Il marchio "Credit Suisse" è ora in uno stato di continua erosione, avverte.
Scissione e vendita?
Per gli analisti di KBW, una scissione della banca e ulteriori vendite di parti dell'azienda sono «la soluzione più probabile». In primo piano vi sono le attività in Svizzera, che sono ancora considerate forti. Gli analisti stimano il valore di questa attività a 10-12 miliardi di franchi in caso di scorporo. Si tratta di una cifra notevolmente superiore all'attuale valore di borsa dell'intero Credit Suisse, pari a circa 7,2 miliardi di franchi.
Tuttavia, anche l'attività di gestione patrimoniale di Credit Suisse resta attrattiva: nonostante i deflussi di patrimoni e le recenti cifre in rosso, gli esperti di KBW vedono per questa un valore di ben 9 miliardi di franchi, anche se una vendita dovrebbe probabilmente avvenire con uno sconto significativo. Gli esperti di JPMorgan sottolineano inoltre la forte performance della divisione nel corso degli anni.
«La palla al piede» sarebbe la divisione Investment Banking (IB), in perdita. I costi elevati per una chiusura completa delle unità IB causerebbero probabilmente qualche grattacapo a un potenziale acquirente della grande banca. Gli esperti di KBW assegnano un «valore negativo» di 11 miliardi di franchi all'attività.
UBS in primo piano
Nelle speculazioni di analisti e media, in primo piano come possibile acquirente almeno di parti di Credit Suisse, vi è la concorrente UBS. Tuttavia un tale passo necessiterebbe il sostegno delle autorità svizzere. A queste ultime preoccuperebbe l'elevata quota di mercato in Svizzera dopo una fusione delle due grandi banche. Inoltre, una fusione in Svizzera comporterebbe probabilmente una massiccia riduzione dei posti di lavoro.
UBS preferisce concentrarsi sulla propria strategia ed è riluttante ad assumere rischi legati al Credit Suisse, ha riferito ieri sera l'agenzia di stampa statunitense Bloomberg, citando ambienti informati. Il presidente della direzione del numero uno bancario elvetico Ralph Hamers ha detto solo a metà settimana, durante una conferenza finanziaria, che non avrebbe risposto a «domande ipotetiche sul Credit Suisse».
Quattro grandi banche avrebbero limitato le attività con CS
Intanto - riporta Reuters, citando «fonti vicine al dossier», almeno quattro grandi banche avrebbero limitato le loro attività con Credit Suisse o con i suoi titoli. Tra loro, Deutsche Bank avrebbe ridotto il valore dei prestiti di titoli Credit Suisse, in particolare quelli emessi da clienti facoltosi della banca elvetica come garanzia di credito. La britannica HSBC avrebbe iniziato a valutare i suoi crediti legati alla banca zurighese, mentre la francese Société Générale avrebbe ridotto le sue posizioni detenute presso Credit Suisse. I responsabili degli istituti finanziari in questione non hanno confermato queste informazioni a Reuters. Interpellata dall'agenzia AWP, Credit Suisse non ha voluto commentare la notizia.
Borsa di Zurigo (anche) in calo - Dopo un avvio di seduta in rialzo, la borsa svizzera è passata a metà mattina in territorio negativo dove è rimasta per il resto della giornata, con l'indice dei valori guida SMI che ha chiuso in calo dello 0,98% a 10'613,55 punti (e quello allargato SPI dello 0,84% a 13'905,31 punti). Oltre all'azione di CS, è risultato in perdita anche l'altro titolo bancario: UBS ha infatti lasciato sul terreno l'1,16% a 17,11 franchi. In forte flessione ha chiuso pure il finanziario Partners Group (-3,00% a 750,40 franchi).
I tre pesi massimi difensivi - di cui solo uno in rialzo - non sono riusciti a sostenere il listino: Nestlé ha ceduto lo 0,36% (a 109,34 franchi), Novartis lo 0,64% a 76,50 franchi, mentre Roche è riuscita sul finale a segnare una progressione (+0,08% a 261,50 franchi). Oltre a Roche, hanno chiuso con segno "più" solo Logitech (+0,36% a 49,24 franchi) e Sonova (+1,76% a 246,60 franchi)
Tutti in rosso hanno terminato i titoli assicurativi con Zurich che segna un -1,71% (a 401,50 franchi), Swiss Re un -2,46% (a 87,96 franchi) e Swiss Life un -3,40% a 534,20 franchi), come anche i valori particolarmente dipendenti dalla congiuntura: ABB scende dello 0,47% (a 29,67 franchi), Geberit dell'1,13% (a 499,30 franchi), Holcim dello 0,87% (a 55,98 franchi) e Sika dello 0,39% (a 254,30 franchi).