Lo affermano gli esperti di AWP e RBC.
ZURIGO - UBS ha tutte le intenzioni di finalizzare l'acquisizione di Credit Suisse (CS) nei tempi più rapidi possibili. L'attuale incertezza rischia infatti di far defluire ulteriormente il denaro dei clienti, oltre che di causare la perdita di molti validi collaboratori, sottolinea in un'analisi odierna l'agenzia finanziaria AWP.
«Alcuni non aspetteranno di diventare clienti di UBS, ma sposteranno i loro patrimoni», indica all'AWP l'analista di Vontobel Andreas Venditti. Secondo l'esperto, pur se il peggio ormai è alle spalle e l'annuncio della fusione fra le due banche dovrebbe aver fermato la fase estrema del fenomeno, vi è da attendersi anche ora che si verifichino deflussi di fondi.
Inoltre, c'è da considerare che CS ha una maggiore propensione al rischio rispetto alla rivale in termini di attività e clienti. Probabilmente, quindi, UBS non vuole rilevarli tutti, fa notare Venditti. I più grandi ne sono consapevoli e stanno già cercando in anticipo alternative sul mercato.
Un altro problema per UBS sono i dubbi che ruotano intorno al destino dell'organico di CS, i cui dipendenti non sanno se continueranno ad avere un lavoro. Ma la pressione è tanta anche sul personale del leader bancario elvetico e i quadri non sono risparmiati: a quanto pare il ritorno di Sergio Ermotti nella veste di CEO porterà a un rimpasto del management.
Migliaia di impieghi sono a rischio. CS aveva già annunciato lo scorso ottobre che avrebbe tagliato circa 9'000 dei suoi 52'000 posti in tutto il mondo. Dopo l'annuncio del matrimonio forzato fra concorrenti, i media hanno ipotizzato che in totale sarebbero saltati 30'000 impieghi. Secondo AWP, è probabile che alla fine ci si incontrerà a metà strada.
Vista la situazione, c'è il concreto rischio che molti dipendenti di CS lascino la banca preventivamente. E la concorrenza potrebbe cogliere l'occasione per accaparrarsi i collaboratori migliori.
Dati i numerosi punti di domanda, ha senso per UBS premere sull'acceleratore e puntare a una chiusura dell'operazione il prima possibile, evidenzia Anke Reingen, analista di RBC. «L'urgenza è evidente», conferma Venditti. Tuttavia, aggiunge l'esperto, la rapidità con cui ciò avverrà dipende dal via libera delle autorità di regolamentazione, soprattutto in Paesi chiave come il Regno Unito e gli Usa.
È probabile che un'approvazione di principio sia già stata ottenuta al momento della finalizzazione dei piani di acquisizione. Malgrado ciò, gli iter ufficiali richiedono più pazienza. La clamorosa fusione tra i due giganti bancari elvetici dovrebbe in ogni caso essere ultimata in tempi tutto sommato brevi: si parla, al più tardi, della fine del mese di giugno.
Da ricordare infine, che, come avviene di consueto, esiste una clausola di recesso dal contratto, che permette all'acquirente di tirarsi indietro se succede qualcosa che lo mette in una posizione di svantaggio significativo. Dovrebbe però materializzarsi uno scenario particolarmente grave affinché si verifichino tali condizioni, spiega Venditti, ad esempio una situazione geopolitica estrema con grande panico sui mercati finanziari.