Lavorare da casa quando si desidera? Non più. Il motivo? I contatti personali diretti non possono essere sostituiti.
ZURIGO - «Offriamo a tutti la possibilità di scegliere in modo autonomo come, dove e quando lavorare per ottenere i migliori risultati» aveva dichiarato il CEO di Novartis, Vas Narasimhan, circa tre anni fa. Da allora, la maggior parte dei dipendenti ha potuto lavorare da casa quando lo desiderava.
Ma ora è finita: Novartis ha cambiato le sue regole sull'home working e ha ripristinato un tempo minimo in cui il personale deve essere in ufficio, come riportato da "CH Media". «I nostri impiegati devono trascorrere almeno dodici giorni al mese in sede», spiega una portavoce dell'azienda.
Novartis segue Swisscom
Novartis segue così l'esempio di Swisscom, che a sua volta ha reso più rigide le regole sullo smartworking. Presso l'azienda di telecomunicazioni, i dipendenti devono nuovamente trascorrere almeno due giorni a settimana in ufficio anziché solo uno.
Gli impiegati di Novartis devono invece trascorrere almeno il 60% del tempo lavorativo in ufficio, e questo valore è considerato un parametro anche per i dipendenti a tempo parziale. Coloro che lavorano in laboratorio, nella produzione, invece, devono essere sempre presenti in sede. L'azienda ha introdotto queste regole a gennaio e le sta applicando dal mese di aprile.
Il gruppo motiva questa inversione di rotta sostenendo che i contatti personali diretti non possono essere sostituiti. Si ritiene importante che i dipendenti trascorrano del tempo insieme, anche per consolidare il senso d'appartenenza.
Lavorare da casa compromette la produttività?
Secondo i dati delle Ferrovie Federali Svizzere (FFS), i dipendenti preferiscono lavorare da casa il lunedì e il venerdì: in quei giorni, il flusso di pendolari è inferiore rispetto alla norma. E sul lavoro non sembra esserci la stessa operatività. «Il venerdì pomeriggio non bisogna aspettarsi una risposta, molte persone sono difficilmente raggiungibili», afferma Jörg Buckmann, ex responsabile del personale della Rete tranviaria di Zurigo (VBZ) ed esperto di risorse umane. Non riesce a immaginare che la produttività del venerdì sia la stessa di un martedì.
Coop ha persino vietato il lavoro da casa il lunedì, come riporta "CH Media". Gli impiegati d'ufficio possono lavorare da casa un giorno a settimana, mentre coloro che lavorano a tempo parziale tra il 50% e l'80% possono lavorare da casa per mezza giornata.
Anche il CEO di Tesla, Elon Musk, mette in discussione il lavoro da casa: ha minacciato di licenziare i dipendenti che trascorrono meno di 40 ore settimanali in ufficio. E il CEO di Goldman Sachs, David Solomon, ha definito il lavoro da casa un «errore che correggeremo il più presto possibile».
Questione di fiducia
Secondo Michael Hermann, co-proprietario di Great Place To Work, la questione della fiducia è centrale per il lavoro da casa. Baloise sembra non avere problemi al riguardo: secondo "CH Media", i dipendenti dell'azienda possono svolgere al massimo il 60% del loro tempo di lavoro al di fuori dell'ufficio.
Anche gli introversi apprezzano lo smartworking: spesso trovano difficile lavorare in un ufficio open space. La fine dell'obbligo di lavoro da casa ha avuto un impatto negativo su queste persone afferma Norina Peier, fondatrice e proprietaria dell'omonima società di sviluppo organizzativo.