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BERNAIl Governo federale finanzia organizzazioni che banalizzano il terrorismo di Hamas

23.10.23 - 23:00
Diverse ONG palestinesi ricevono fondi dalla Svizzera. Questi aiuti stanno diventando oggetto di crescenti critiche.
reuters
Fonte SonntagsZeitung
Il Governo federale finanzia organizzazioni che banalizzano il terrorismo di Hamas
Diverse ONG palestinesi ricevono fondi dalla Svizzera. Questi aiuti stanno diventando oggetto di crescenti critiche.

BERNA - L'aiuto allo sviluppo della Confederazione nel Medio Oriente ammonta a circa 30 milioni di franchi all'anno. Beneficiano di questi fondi anche 30 organizzazioni non governative.

Tra queste figurano la rete di ONG palestinesi PNGO, 7amleh, che opera nel settore dei social media, e l'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi in Medio Oriente (UNRWA). Ricevono rispettivamente dai 60 mila ai 20 milioni di franchi.

Questi aiuti allo sviluppo sono ora sotto la lente del Ministero pubblico della Confederazione. Il motivo? Le suddette ONG non prendono ufficialmente le distanze dal terrorismo e non lo condannano. Vi è inoltre il rischio che i soldi stanziati dalla Confederazione finiscano in qualche modo nelle tasche di Hamas.

 

Uno psicologo scolastico dell'UNRWA, che lavora nella Striscia di Gaza, ha recentemente scritto su Facebook: «Possa Dio avere pietà dei nostri martiri, guarire completamente le nostre ferite, portare la libertà alle nostre famiglie e la vittoria ai nostri combattenti attraverso la volontà di Dio». L'UNRWA non ha risposto alle domande inoltrate dalla “Sonntagszeitung” che chiedevano chiarezza riguardo tali affermazioni.

Imark e Portmann chiedono che i pagamenti vengano sospesi

Chi non prende le distanze dal terrorismo o «addirittura lo esalta non può essere un partner della Svizzera», commenta il consigliere nazionale UDC Christian Imark. Questi chiede dunque che i rubinetti vengano chiusi mettendo un punto ai finanziamenti.

Anche il consigliere nazionale PLR Hans-Peter Portmann chiede la fine degli aiuti allo sviluppo in Medio Oriente, compresi quelli all'UNRWA, che da sola percepisce 20 milioni. Secondo Portmann dovrebbero essere consentiti solo gli aiuti umanitari. Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha informato la SoZ riguardo l'esistenza di "regole severe" per lo stanziamento di finanziamenti.

Intanto, però, la Procura federale ha deciso di avviare un'indagine. E non si tratta nemmeno della prima inchiesta su presunti finanziamenti indiretti ad Hamas.

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COMMENTI
 

chivas 1 anno fa su tio
Che schifo. Quelli che finanziano queste cose, che tornaconto hanno?

vulpus 1 anno fa su tio
Ma come fanno a scegliere queste organizzazioni? Non sarebbe meglio , che se si vuole fare qualcosa di andare sul posto? Quante di queste situazioni, dove si alimentano organizzazioni che non rispettano i diritti?

Meck1970 1 anno fa su tio
30 milioni di qua, 30 milioni di là, i soldi ci sono. Ma per il popolo svizzero, non ce ne sono mai. Prima i soldi vengono usati per noi e, se poi avanzano, si può anche aiutare. Poi mi chiedo chi si mangia tutti questi milioni... miliardi.

WhatwrongCH 1 anno fa su tio
“L'aiuto allo sviluppo della Confederazione nel Medio Oriente …???” Basta FINITO di regalare soldi a destra e a sinistra? Forse i nostri consiglieri federali dovrebbero ricominciare da capo, magari iniziando a giocare a Mo no po li…?

Gus 1 anno fa su tio
I soldi per il Medio oriente ci sono; per i nostri anziani no. Che Svizzera!

Nic Nad 1 anno fa su tio
…allora finanziamo le ONG israeliane, che sicuramente utilizzano i fondi per portare la pace in quel area del mondo…

briciola68 1 anno fa su tio
Risposta a Nic Nad
Direi di si

medioman 1 anno fa su tio
Risposta a Nic Nad
Ma quelli stanno meglio di noi finanziariamente.

W.Bernasconi 1 anno fa su tio
Risposta a Nic Nad
Buona questa….

W.Bernasconi 1 anno fa su tio
Risposta a medioman
Penso, auguro, fosse ironico Nic..

Nic Nad 1 anno fa su tio
Risposta a W.Bernasconi
…più che ironico, totalmente sarcastico 😏

Filippone22 1 anno fa su tio
Sto paese regala milioni a tutto il mondo! Soldi nostri! È ora di finirla e di iniziare a guardare in casa nostra, dove le situazioni di povertà aumentano sempre di più! Basta!

Voilà 1 anno fa su tio
Pochi giorni fa Cassis ha garantito che le organizzazioni finanziate erano degne di fiducia.

S.S.88 1 anno fa su tio
Risposta a Voilà
Cassis… Cassis… quante c a xx a te ha fatto e detto

Sciguetto 1 anno fa su tio
Era pure ora…

Peter Parker 1 anno fa su tio
Senza contare che i soldi che UNRWA riceve li usano anche per creare il materiale scolastico di propaganda dove si incita all’odio e eliminazione degli ebrei……. già a partire dalle scuole elementari.

W.Bernasconi 1 anno fa su tio
Risposta a Peter Parker
Sì sì.. invece nelle scuole ebree insegnano di amare i palestinesi… interessante il libro di José Steinsleger.

Peter Parker 1 anno fa su tio
Risposta a W.Bernasconi
Non lo conosco. Ho provato a cercare, ho solo trovato che lavora per un giornale messicano di sinistra. Quindi ovvio che non possa dire niente di buono su Israele (neanche se lo volesse). In compenso delle scuole UNRWA ci sono i rapporti di UN Watch e giornalisti occidentali. Senza contare che qui si parla pure di finanziamenti.

W.Bernasconi 1 anno fa su tio
Risposta a Peter Parker
Quando nel 2000 il Likud, il partito dell’estrema destra israeliana, arrivò al ministero per l’educazione, i bambini, gli adolescenti e i giovani di Israele iniziarono a ricevere progressivamente una formazione profondamente distorta e militarizzata. Al quel tempo governava il primo ministro e criminale di guerra Ariel Sharon, e il ministro Limor Lifnat fu incaricato della revisione totale di tutti i programmi educativi e di insegnamento. Sette anni dopo la gestione delle istituzioni educative di Israele erano nelle mani di funzionari militari. Motti Saji, responsabile del programma Tsafta, ammise che invece di formare insegnanti qualificati, l’obiettivo principale era quello di trovare dirigenti militari con abilità speciali

W.Bernasconi 1 anno fa su tio
Risposta a W.Bernasconi
Contemporaneamente però, vari ricercatori e pedagogisti delle università di Tel Aviv e diHaifa iniziarono ad analizzare i nuovi contenuti didattici dei libri di testo. In “Una brutta faccia allo specchio”, per esempio, il professore Adir Cohen analizzò in dettaglio 1700 libri pubblicati dopo il 1967, dopo la guerra di espansione che i media occidentali (e i testi israeliani) chiamano la “Guerra dei sei giorni”. Lo studio ha prodotto risultati radicalmente opposti a quella “tolleranza” predicata nelle centinaia di musei che lo Stato di Israele ha costruito in tante capitali e città del mondo. In 520 libri Cohen ha riscontrato descrizioni negative e umilianti dei palestinesi. Scomponendoli risulta che il 66% dei testi si riferivano agli arabi (mai chiamati palestinesi, ndt) come violenti, malvagi il 52%, mentitori il 37%, avidi il 31 e traditori per il 27%. Così come, in altri 86 libri, il professore ha trovato descrizioni degli arabi come omicidi (21 volte), sanguinari (21 volte), animali viziosi (17 volte), bellicisti (17 volte), assassini (13 volte), credenti nei miti (9 volte) e per 2 volte definiti “gobba di cammello”.

W.Bernasconi 1 anno fa su tio
Risposta a W.Bernasconi
Un altro capitolo dello studio riporta le risposte a cinque domande del tipo “Come riconosci un arabo e come ti rapporti con lui?”, proposte ad un gruppo di bambini in una scuola primaria di Haifa. Ebbene, il 70% dei bambini ha descritto l’arabo come un assassino, un sequestratore, un criminale e terrorista. L’80% ha risposto che vedeva gli arabi sporchi e con una faccia terrorizzante e, infine, il 90% dei bambini ha affermato che i palestinesi non avevano alcun diritto sulla terra di Israele.

W.Bernasconi 1 anno fa su tio
Risposta a W.Bernasconi
Qua la parte più significativa: Per la professoressa dell’Università di Tel Aviv Nurit Peled-Elhanan (premio Sacharov per la libertà di coscienza, Parlamento europeo, 2001) “…le interpretazioni del mondo basate sui libri di testo, essendo le prime a sedimentarsi nella mente dei bambini, sono molto difficili da sradicare”. “I palestinesi – aggiunge – non sono mai presentati come esseri umani normali. In tutto questo materiale non c’è neppure una foto di un palestinese che mostri il volto. Possiamo vederli solo mascherati o in situazioni che rappresentano minacce per gli ebrei”.

W.Bernasconi 1 anno fa su tio
Risposta a W.Bernasconi
*Pubblicato da “la Jornada” con testo basato sugli scritti del docente palestinese Elías Akleh e della giornalista Maureen Meehan, di Suahil Hani Daher Akel (ex ambasciatore di Palestina in Argentina) e di Nurit Peled-Elhanan (Università di Tel Aviv, premio Sacharov del Parlamento Europeo, 2001) autrice di Palestine in Israeli school books: ideology and propaganda in education (2012).

Peter Parker 1 anno fa su tio
Risposta a W.Bernasconi
Tutto ciò che è propaganda è da condannare, soprattutto se fatta addirittura ai bambini. Analisi di parte, ovvio. Personalmente però direi realista, Solo che disapprovo il tentativo di paraganare le due realtà, dove da una parte la propaganda insegna ad “annientare il nemico ebreo”, dall’altra (come da lei citato) di intolleranza e discriminazione. Sbagliate entrambi, una molto di più.

W.Bernasconi 1 anno fa su tio
Risposta a Peter Parker
Sbagliatissime da entrambe le parti signor Parker. Generalmente non mi è mai piaciuto giocare a chi è quello meno peggio.

Peter Parker 1 anno fa su tio
Risposta a W.Bernasconi
Sbagliatissimo e’ comparare le 2 realtà’, signor W.

Luchì92 1 anno fa su tio
povera ch
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