Nonostante una situazione economica favorevole, cresce la sfiducia. E c'è chi punta il dito contro i media e le notizie negative
ZURIGO - Troppe cattive notizie e il consumatore va in crisi e - nonostante una condizione economica favorevole - vede il futuro a tinte fosche. È il quotidiano Tages-Anzeiger a tirare fuori i dati di uno studio che mettono in evidenza il senso di sfiducia che nutre il consumatore svizzero.
Anzi, secondo il Tages, «il sentimento dei consumatori in Svizzera è peggiore che mai» e affida alla poco incoraggiante e misteriosa equazione buone vendite uguale cattivo umore quello che sta succedendo agli acquirenti elvetici. Il mistero però si spiegherebbe con il fiume di notizie negative che scorre sui mezzi di informazione: lo studio "Quality and diversity of corporate reporting in the Swiss media", dei ricercatori del Centro di ricerca per la sfera pubblica e la società dell'Università di Zurigo, punta in una direzione (simile a quella di una ricerca condotta negli Stati Uniti) che mostra come il sentimento di ciò che appare sugli organi di informazione si insinui in quello dei consumatori.
«La tonalità della copertura mediatica delle grandi aziende svizzere - scrive il Tages riportando quanto evidenziato dagli studiosi - è diventata significativamente più negativa durante la crisi finanziaria, per poi riprendersi fino al 2017. Da allora, l'indice di tonalità è diminuito, secondo i ricercatori. L'indice indica la predominanza di una tonalità negativa nella quantità di articoli registrati».
Notizie sempre più negative - L'anno scorso, «l'informazione nei media in abbonamento e nei giornali economici è stata persino significativamente più negativa rispetto al punto più basso della crisi finanziaria», "fomentando" nell'animo dei consumatori una sempre maggiore sfiducia.
Il trend è stato influenzato ovviamente da eventi rilevanti come «la pandemia, la carenza di elettricità, la guerra in Ucraina e, l'anno scorso, la scomparsa del Credit Suisse», afferma Daniel Vogler, uno degli autori dello studio, che dice anche «la negatività fa notizia».
Lo stato d'animo dei giornalisti «si ripercuote sulla comunicazione» - Addirittura si spinge a dire che «lo stato d'animo dei giornalisti potrebbe giocare un ruolo importante». «Fino a pochi anni fa, erano professionisti ricercati. Ora lo sconvolgimento dell'industria dei media sta mettendo a rischio il loro lavoro. Per la prima volta, sperimentano in prima persona ciò di cui in precedenza avevano solo riferito: la loro stessa insicurezza sta plasmando la loro percezione del cambiamento economico, e questo probabilmente si ripercuoterà sulla comunicazione».
Il declino della classe media, il caro-affitti, i premi: il fardello che pesa nella mente dei consumatori - Le famiglie stanno finendo i soldi, famiglie minacciate dalla povertà, il declino della classe media: titoli e argomenti come pietre, secondo gli studiosi, che influenzano negativamente i consumatori, anche e soprattutto chi ha figli, per i quali nutre timori circa il loro futuro.
Il Barometro della Speranza 2024 dell'Università di San Gallo: «Due persone su tre prevedono un peggioramento della qualità della vita». «La scarsa fiducia dei consumatori potrebbe avere un impatto negativo sull'economia» ma ancor più preoccupanti «sono le conseguenze del sentimento negativo sulla fiducia nel futuro, che sta diminuendo» come anche ha mostrato l'ultimo Barometro della Speranza 2024 dell'Università di San Gallo.
Secondo questa importante indagine - scrive il Tages - che è condotta dal 2009, «le prospettive per la qualità della vita tra 20 anni diventano ogni anno più cupe. Due persone su tre prevedono un peggioramento della qualità della vita e solo poco meno di una su dieci si aspetta un miglioramento».
Il sentimento di impotenza - Più sono disponibili informazioni negative sugli eventi mondiali, «più questi diventano incerti e minacciosi per noi», afferma Andreas Krafft, autore dello studio. «Quando la paura di prospettive future negative è maggiore della speranza di un futuro positivo, nasce un sentimento di impotenza e disperazione».
Secondo Krafft, è «soprattutto la mancanza di fiducia in un futuro sociale migliore che scatena sempre più l'impotenza, la mancanza di prospettive e l'indifferenza, soprattutto tra i giovani».