Uso eccessivo di pornografia tra i giovani. La neurologa: «Tra i miei pazienti c'è chi ha fatto sesso con 27 persone in 4 giorni»
BERNA - Lo smartphone è diventato ormai un compagno sempre più costante per i giovani, e con esso l’accesso alla pornografia non conosce più limiti. Uno studio realizzato prima della pandemia aveva fatto notare che il 53% dei giovani svizzeri aveva già guardato film porno sul cellulare. Una percentuale che è notevolmente cresciuta durante gli anni del covid e che oggi preoccupa chi lavora nell’ambito della salute mentale e sessuale dei ragazzi. L’ultimo grido d’allarme arriva dalla neurologa e terapista sessuale svizzera Heike Melzer, che dalle pagine del Tages Anzeiger ha raccontato che sempre più adolescenti sono arrivati da lei a causa della dipendenza dai filmati porno. «A questa età - ha spiegato le terapista sessuale - quasi tutti i giovani hanno uno smartphone e questo dà loro accesso incontrollato alla pornografia. La combinazione tra la disponibilità onnipresente di materiale pornografico, la naturale curiosità e i cambiamenti ormonali durante la pubertà sono alla base di questo comportamento così precoce di dipendenza dal sesso».
L’esperta ha evidenziato ciò che altri operatori del settore hanno rimarcato a più riprese in passato: l'adolescente ha accesso alla darknet già all'età di 14 anni, ed è lì che guarda contenuti pornografici estremi, e tutto ciò contribuisce a creare molta insicurezza riguardo al suo orientamento sessuale.
La sessuologa ha inoltre raccontato che il tempo speso a vedere film porno è cresciuto notevolmente rispetto al passato: «Alcuni dei miei clienti riferiscono di consumare fino a 40 ore di porno a settimana, rubando tempo al sonno. Cercano di ritardare l'orgasmo mentre si masturbano per poter navigare il più a lungo possibile sull'onda della dopamina».
Heike Melzer, che sul tema ha pure scritto un libro di recente pubblicazione, ha fatto notare che anche per quanto riguarda il sesso, viviamo nella cultura dell’eccesso e nella autonomizzazione delle pulsioni. «Il mondo digitale ci disinibisce grazie all'anonimato e alla mancanza di controllo sociale, che sovraccarica il nostro naturale controllo degli impulsi. Allo stesso tempo, siamo esposti a stimoli di ricompensa sempre più forti. Social network, shopping online, sesso, cibo, giochi: siamo attirati ovunque. Il risultato è che ci sono sempre più consumatori deboli a lungo termine che non riescono più a controllare i propri impulsi». La terapista sessuale ha raccontato di avere tra i suoi casi un ragazzo che ha avuto rapporti sessuali con 27 persone in quattro giorni, e che il nostro cervello e il suo sistema di ricompensa non sono cambiati molto dall’età della pietra, «ma oggi - ha aggiunto - siamo sopraffatti da un’ondata di stimoli digitali».