Il problema è noto, la soluzione non è semplice. Si cerca d'intervenire già alla radice
BERNA - Il problema è noto e accomuna tutta la Svizzra, con Cantoni più o meno virtuosi. Ciò che preoccupa è infatti la carenza di medici di famiglia. Dando uno sguardo ai dati OCSE e al parametro di riferimento utilizzato, a marzo del 2024, si stimava come mancassero all'appello in Svizzera «circa 4000 medici di famiglia», come detto dal presidente dell'Associazione dei medici di base Philippe Luchsinger.
E gli esempi che inquadrano il tema sono molteplici. Una residente del comune vallesano di Nendaz ha recentemente appreso, che il suo medico di famiglia stava per trasferirsi in un'altra regione. La 60enne pensava di aver trovato una buona alternativa presso il Centro medico di Nendaz, a soli 5 minuti a piedi da casa sua. «Quando ho spiegato la mia situazione, mi è stato detto che era impossibile per il centro accogliere tutti i pazienti del medico e che il fatto che si stesse trasferendo non era una ragione sufficiente per cambiare», ricorda la donna.
Mentre il centro ha rifiutato di commentare, il comune di Nendaz ha spiegato che «questo studio di gruppo, che è una struttura privata, sta cercando un quinto medico per soddisfare al meglio la domanda. Tuttavia, come in altre parti del Paese, il reclutamento di medici di base è difficile a causa della carenza».
Medicina di famiglia - In Svizzera, il sistema sanitario si trova di fronte a uno squilibrio tra il numero di medici formati e le esigenze della popolazione. La distribuzione dei professionisti tra le varie specialità è insufficiente. Nei giorni scorsi i sei cantoni francofoni hanno annunciato la loro intenzione di porre rimedio a questa situazione.
Nel 2022 si contava 13.300 assistenti, il 30% dei quali apprendisti in medicina interna generale. «L'associazione intercantonale Réformer prevede di avere dei coordinatori che aiutino gli specializzandi indirizzandoli verso le specialità che ne hanno più bisogno, come la medicina di famiglia, dove dovrebbero essere formati il doppio», spiega il suo direttore ad interim, Nicolas E. Pétremand. D'altra parte, abbiamo bisogno di meno specialisti interventisti». E aggiunge: «Gli studi dimostrano che più medici di base ci sono, migliore è la salute della popolazione e minori sono i costi. Le cure sono più rapide, la visione è globale e i rinvii ad altri specialisti sono migliori».
Obiettivo: gli indecisi - Questo strumento di coordinamento sarà senza dubbio più adatto a quel terzo di specializzandi che non sa quale specialità scegliere e a quel terzo che cambia specialità durante la formazione post-laurea. Nicolas E. Pétremand aggiunge che potrebbe incoraggiare una riflessione sul numero di posti all'università e persino sulle competenze da acquisire.
In Svizzera, in base al principio della libertà contrattuale, un medico ha il diritto di rifiutare un paziente se è oberato di lavoro, se non ha le qualifiche necessarie per trattare una particolare patologia o se il paziente non paga le sue fatture. In caso di emergenza, invece, c'è l'obbligo di curare, sia nel settore privato che in quello pubblico.