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ZURIGOTurismo della morte, quanto ci costi...

25.09.24 - 20:39
I dati parlano di numeri sempre più importanti di persone che vengono in Svizzera per morire. Ciò pesa anche sui contribuenti
Archivio Ti Press
Fonte red
Turismo della morte, quanto ci costi...
I dati parlano di numeri sempre più importanti di persone che vengono in Svizzera per morire. Ciò pesa anche sui contribuenti

ZURIGO - Mentre la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider si pronunciava sulla capsula per il suicidio Sarco, definendola «legalmente non conforme» e rispondendo così a un interrogativo della consigliera nazionale UDC Nina Fehr Düsel, in quel di Sciaffusa avveniva il primo decesso in Svizzera, proprio all'interno di quella capsula.

Fehr Düsel ne aveva chiesto il divieto in agosto, temendo che il nostro Paese potesse diventare attrattivo per chi cerca la morte. Ignorando tuttavia il fatto che già lo è, visto il crescente numero dei suicidi assistiti. Con persone che arrivano dall'estero e che costano non poco ai Cantoni (e di riflesso - come fa notare il Blick - ai contribuenti).

Viene fatto l'esempio dell’organizzazione basilese per l’eutanasia Pegasos, di recente trasferitasi nel comune di Nunningen (SO). La clinica della morte (alla quale si rivolgono soprattutto persone non residenti in Svizzera) trova spazio in una casa di campagna ristrutturata. Di fatto, per ogni persona che vi muore, le autorità solettesi devono intervenire con un costo che ammonta a 3.000 franchi per caso. Trattandosi di “morte straordinaria”, è infatti obbligatoria un’indagine, con tutto un impiego specifico di forze.

Se dal canton Soletta non sembrano ricavabili cifre, nel Canton Basilea Campagna lo scorso anno sono avvenuti 340 accompagnamenti al suicidio nelle organizzazioni attive nell'area di Basilea: quindi Pegasos, Eternal Spirit ed Exit. Ben 284 di questi erano relativi a persone non domiciliate in Svizzera. Con costi al Cantone pari ad almeno 300'000 franchi all'anno.

Insomma, questa attività preoccupa, anche perché non è possibile addebitare le spese alle organizzazioni per il suicidio assistito.

E non sembra nemmeno facile ricavare delle stime. Sovente i Cantoni non dispongono di una statistica relativa alle persone che scelgono il suicidio assistito. E le organizzazioni mantengono un profilo basso. Solo Dignitas Svizzera fornisce i propri dati. Dalla sua fondazione nel 1998, oltre il 90 per cento delle persone che vi si sono affidate non ha un domicilio permanente in Svizzera.

Insomma, il turismo della morte è un fatto, anche se la sua portata resta difficile da determinare. Secondo l’Ufficio federale di statistica, nel 2022 sono oltre 1500 i residenti in Svizzera che hanno scelto il suicidio, una cifra raddoppiata in soli otto anni. Presumibilmente, il numero degli stranieri sarà aumentato in proporzione. Indipendentemente dalla capsula Sarco.

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