Sarebbero possibili anche dei tagli all'assistenza sociale.
BERNA - I rifugiati ucraini in Svizzera sono chiamati a uno sforzo di maggior integrazione, ovvero ad impegnarsi nel cercare o nell'accettare un'occupazione. Ma visto che così non sembrerebbe accadere ora il Consiglio federale vuole intervenire adottando misure per incoraggiarli a lavorare.L'obiettivo di questo intervento è dunque quello di aumentare la pressione sui disoccupati ucraini affinché lavorino.
Alla fine di settembre il governo ha annunciato che i rifugiati ucraini «dovrebbero essere obbligati a prendere parte alle misure di integrazione». Ciò significa che gli ucraini rischiano sanzioni se non si integrano, tra cui anche i tagli all'assistenza sociale.
Nel 2024, il rapporto tra i sessi delle domande di protezione presentate si è quasi equilibrato: il 52% delle richieste è stato inoltrato da donne, il 48% da uomini, come emerge dalle ultime statistiche della Segreteria di Stato dalla migrazione (SEM).
In teoria, misure punitive sarebbero possibili già oggi se, ad esempio, un ucraino rifiutasse di frequentare un corso di lingua. Secondo il SonntagsBlick per coloro che «cercano protezione valgono le stesse norme previste per coloro che ricevono assistenza sociale, compresi i rifugiati e quelli ammessi temporaneamente. Possono essere disciplinati secondo l'ordinanza sull'integrazione.»
Tuttavia, le persone che cercano protezione non sono menzionate esplicitamente in questa norma, che il Consiglio federale ora vuole modificare. In prima linea c'è il dipartimento di giustizia di Beat Jans. L’adeguamento invia un segnale chiaro ai Cantoni e ai Comuni: dovrebbero agire in modo più deciso. Secondo il giornale, la «Confederazione è del parere che i cantoni ricorrano raramente alle sanzioni per incoraggiare gli ucraini a lavorare».