Email e messaggi di Whatsapp inchioderebbero Tidjane Thiam. I fatti risalgono tra il 2016 e il 2019.
NEW YORK - Emergono nuovi dettagli sulle operazioni di spionaggio orchestrate, tra il 2016 e il 2019, dall’allora Ceo di Credit Suisse Tidjane Thiam, ai danni del marito dell’amante (un imprenditore francese).
La notizia era stata riportata mercoledì dalla Neue Zürcher Zeitung (NZZ). Secondo il quotidiano d'oltralpe ora, l’uomo avrebbe chiesto a Ubs un risarcimento di almeno 15 milioni di dollari.
Stando alla vittima, che vive a Hong Kong, proprio questa relazione avrebbe portato alla separazione. Una delle accuse mosse è che l'ex moglie e Thiam lo abbiano spiato a causa del divorzio, tra l'altro per motivi finanziari. La donna, sempre seguendo quanto afferma il foglio zurighese, è oggi la compagna del banchiere francese-ivoriano.
La causa inoltrata dall'imprenditore francese è stata depositata l'11 aprile 2024 presso un tribunale locale dello stato americano di Washington. La corte in questione è competente per il distretto in cui si trova la società Microsoft: e secondo l'accusa fra le altre cose le spie si sono introdotte nell'account mail Microsoft della presunta vittima. Gli atti d’accusa contengono numerosi estratti di conversazioni SMS e WhatsApp. Il Tages-Anzeiger ne ha riportato questa mattina alcuni.
Tutto è iniziato a ottobre del 2016 all’hotel Four Seasons Hotel di Hong Kong. Nel bel mezzo della battaglia legale per il divorzio dell’amante, il Ceo sospettava che il marito stava spiando la donna. Così decide di passare al contrattacco.
I messaggi rinvenuti mostrano come Thiam abbia controllato personalmente la sorveglianza all'inizio. Il 31 ottobre ha inviato informazioni sul marito della sua fidanzata, compreso il suo numero di telefono, a un agente privato. «Sto cercando di ottenere informazioni il più rapidamente possibile. Vi terrò aggiornati», avrebbe riferito l'uomo allo stesso Thiam. «Non va regolarmente in ufficio, lo troverai probabilmente a casa», avrebbe suggerito invece il Ceo.
Nei messaggi emerge inoltre la percezione dei rischi dell'operazione. «In quanto professionista sono in dovere di informarti sui pericoli che questo spionaggio potrebbe comportare». Gli avvertimenti dell’agente però non sono stati evidentemente ascoltati. «Se dovesse scoprire di essere pedinato potrebbe risalire a Credit Suisse e di conseguenza a voi». E ancora: «Abbiamo la possibilità di intercettare il suo cellulare. Ma vi prego di rifletterci bene prima di dare il via libera».
Le operazioni di spionaggio sono continuate a intermittenza anche quando l’uomo viaggiava a Zurigo per lavoro. Nel settembre 2019, ecco però i primi sospetti. L’ex marito scopre che il suo account di posta elettronica era stato violato. Un passaggio fondamentale in quanto proprio l’hackeraggio ha permesso all'uomo d'affari francese di portare il caso davanti a un giudice.
La vicenda si inserisce in un quadro più ampio. Come noto alla fine del 2019 era emerso che Credit Suisse aveva fatto pedinare il top manager Iqbal Khan e altri dirigenti. Thiam si era dimesso nel febbraio 2020: ha sempre sostenuto di non sapere nulla di tali pedinamenti.