Un terzo dei giovani utilizza gli strumenti IA almeno una volta a settimana.
ZURIGO - Gli strumenti di intelligenza artificiale (IA) si impongono fra i giovani in Svizzera a una velocità «mai raggiunta da alcun altro media», secondo lo studio JAMES 2024. Circa il 71% di loro ha già testato ChatGPT o altre funzionalità simili.
Un terzo dei giovani utilizza gli strumenti IA almeno una volta a settimana, quando questa tecnologia è disponibile al grande pubblico solamente da fine 2022, sottolinea la ricerca realizzata dall'Alta scuola di scienze applicate di Zurigo (ZHAW) su mandato di Swisscom. Circa 1000 persone fra i 12 e i 19 anni sono state interrogate.
«Mai una tecnologia si è imposta nel nostro quotidiano a una tale rapidità», secondo Gregor Waller, ricercatore presso la ZHAW e co-responsabile dello studio. È quindi una «assoluta necessità» sensibilizzare proprio i più giovani a questa tematica e insegnare loro a verificare le informazioni.
Scendono i media classici - Lo studio JAMES mette anche in evidenza un calo dei media classici fra i giovani. Nel 2018, il 25% si informava regolarmente sui portali di riviste e giornali; ora la quota è scesa al 10%. Oltre la metà degli intervistati (57%) segue le informazioni attraverso le reti sociali "«on un rischio accresciuto di "fake news" e giovani potenzialmente più esposti a manipolazioni e disinformazione», viene sottolineato nella ricerca.
Instagram, TikTok, WhatsApp e Snapchat restano le realtà più popolari fra i giovani in Svizzera e fanno «parte integrale del ruolo quotidiano», indipendentemente da sesso, età e caratteristiche sociodemografiche.
Sempre secondo lo studio, l'80% dei ragazzi utilizza almeno occasionalmente i videogiochi. I maschi giocano il doppio rispetto alle femmine e a farla da padrone sono i giochi gratuiti (free-to-play).
Giocatori incentivati all'acquisto - Numerosi giochi monetizzano grazie a micro transazioni che permettono ai giocatori di acquistare oggetti virtuali. Quasi la metà dei giovani ha già effettuato una transazione simile. Particolari interfacce incentivano i ragazzi a spendere.
«Di fronte a meccanismi simili, è dovere dei genitori occuparsi delle tematiche legate ai diversi giochi e dare prova di ascolto riguardo ai comportamenti dei figli in materia di videogiochi», ha detto Michael In Albon, incaricato della protezione della gioventù nel settore dei media presso Swisscom. Le autorità dovrebbero inoltre legiferare per regolare la situazione, come fatto nei Paesi Bassi e nel Regno Unito.