L'allentamento ha raccolto un ampio consenso. Contraria solo la sinistra, preoccupata delle conseguenze psichiche della liberalizzazione.
BERNA - L'allentamento delle condizioni che regolano il telelavoro ha raccolto un ampio sostegno durante la procedura di consultazione che si è conclusa questa settimana. Fa eccezione la sinistra che denuncia una liberalizzazione con conseguenze sulla salute psichica dei dipendenti.
La proposta della Commissione dell'economia e dei tributi del Consiglio nazionale, che attua l'iniziativa parlamentare del presidente del PLR Thierry Burkart, prevede di aumentare l'orario massimo di lavoro da 14 a 17 ore e di consentire incarichi occasionali la domenica. Il periodo minimo di riposo verrebbe ridotto da undici a nove ore. È stata proposta anche una variante che include modifiche al Codice delle obbligazioni (CO).
Il progetto è sostenuto da UDC, PLR, Centro, Verdi liberali, dall'alleanza politica "die Plattform" e dall'Unione svizzera degli imprenditori. Pur essendo favorevoli al telelavoro, i Verdi e il Partito Socialista ritengono che il progetto sia una liberalizzazione unilaterale del diritto del lavoro a favore delle aziende e a scapito della salute e del portafoglio dei lavoratori.
Legge sul lavoro obsoleta - Per l'UDC, la flessibilità del mercato del lavoro è un importante motore della forza economica della Svizzera. La proposta di legge preserva questa caratteristica e adatta il diritto del lavoro alle circostanze attuali.
Un punto di vista condiviso dal Centro. La legge sul lavoro, in vigore dal 1964, è ancora adatta a orari di lavoro fissi, metodi di lavoro industriali e processi produttivi, ma la digitalizzazione ha introdotto grandi cambiamenti e il lavoro da casa si è molto diffuso dopo la pandemia di coronavirus.
Modifiche al Codice delle obbligazioni - L'UDC, il Centro e l'Alleanza "die Plattform" sostengono anche le modifiche del Codice delle obbligazioni (CO) per aumentare la certezza del diritto in relazione al telelavoro. "Die Plattform" però avverte che la potenziale flessibilizzazione non deve andare a scapito della salute.
Anche il PLR è favorevole alla proposta. Riconosce che tutti i punti dell'iniziativa parlamentare di Burkart sono stati inclusi nella bozza posta in consultazione, ma la ritiene inutilmente complicata. Il PLR, come anche l'Unione svizzera degli imprenditori, sono contrari alle modifiche del CO.
Pressioni sulla salute dei lavoratori - I Verdi vedono nell'homeoffice un grande potenziale per rendere il mondo del lavoro più socialmente responsabile e rispettoso dell'ambiente. Il telelavoro infatti contribuisce a ridurre le emissioni e alleggerisce l'onere delle infrastrutture di trasporto, oltre a favorire a un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata. Esistono però anche rischi psicosociali, come la crescente confusione tra tempo libero e lavoro e la mancata concessione di pause.
Secondo i Verdi, questi aspetti non sono stati presi in considerazione nel disegno di legge. La proposta rappresenta in definitiva una liberalizzazione unilaterale del diritto del lavoro e mancano misure per rafforzare la salute psicosociale.
Della stessa opinione anche il PS. Il partito non vede la necessità di nuove norme. Si potrebbero trovare soluzioni per specifici settori o gruppi di lavoratori attraverso contratti collettivi di lavoro. L'attuale diritto del lavoro è uno dei più flessibili di tutti i paesi industrializzati e consente già ai dipendenti che lo desiderano di lavorare da casa, secondo i socialisti.
L'associazione svizzero-tedesca delle Chiese libere (freikirchen.ch) respinge le eccezioni proposte al divieto di lavoro domenicale. La domenica è tutelata dalla legge sul lavoro come giorno di riposo ed è associata a valori fondamentali di particolare importanza sociale e religiosa.