Si punta a esplorare le loro capacità sul funzionamento del sistema nervoso
ZURIGO - Confrontata a ripetuti e amari fallimenti, la ricerca di medicinali contro i disturbi mentali ha recentemente rivolto la propria attenzione a sostanze note da tempo e spesso etichettate come droghe. L'obiettivo è esplorare le loro capacità di influenzare il funzionamento del sistema nervoso.
La dietilammide dell'acido lisergico (LSD), la metilendiossimetanfetamina (MDMA o ecstasy) e persino la psilocibina (funghi allucinogeni) si stanno facendo strada come ultima opzione di fronte a una rosa di trattamenti considerati ampiamente inadeguati.
A Basilea studi sugli effetti dell'LSD - «I farmaci attualmente disponibili sono per la maggior parte varianti l'uno dell'altro ed è generalmente ammesso che vi siano poche differenze tra loro», spiega all'agenzia AWP Felix Müller, responsabile di un gruppo di ricerca accademico sulle terapie assistite da sostanze stupefacenti. Dal 2014 tale organismo della facoltà di medicina dell'Università di Basilea conduce programmi per valutare gli effetti dell'LSD in particolare, ma anche dell'MDMA, della psilocibina e della mescalina.
Per l'LSD si è trattato di un ritorno alle origini, quasi 80 anni dopo la sua scoperta da parte di Albert Hofmann. «Ben presto ci si rese conto che l'assunzione di LSD, oltre alle sue proprietà psichedeliche, offriva una visione del funzionamento della propria psiche», ricorda Müller. L'impresa Sandoz, che all'epoca impiegava Albert Hofmann, produsse un farmaco chiamato Delysid, che fu utilizzato per un certo periodo nella ricerca psichiatrica, prima che il suo uso fosse vietato negli anni 60 a causa della problematica diffusione del suo uso non terapeutico.
Una vera sfida - Anche la definizione di nuovi standard per la ricerca clinica negli anni 70 contribuì all'abbandono dei programmi. Realizzare uno studio controllato con placebo in psicofarmacologia è una vera sfida a causa degli effetti collaterali dei preparati coinvolti. «Nel caso delle sostanze psichedeliche, i pazienti si rendono subito conto di far parte o no del gruppo di controllo», osserva l'esperto.
Speciali adeguamenti normativi - L'attuale aumento dell'interesse scientifico per queste sostanze richiede comunque speciali adeguamenti normativi. «L'Ufficio federale della sanità pubblica può rilasciare autorizzazioni eccezionali per l'uso di MDMA, psilocibina e LSD, di cui beneficiano diverse cliniche psichiatriche universitarie», osserva il professor Golo Kronenberg, responsabile del Centro per la depressione, l'ansia patologica e la psicoterapia dell'Università di Zurigo.
Il tasso di successo nello sviluppo di trattamenti per malattie mentali come il disturbo bipolare, la schizofrenia o la depressione è molto più basso rispetto ad altri settori. Il fenomeno ha anche contribuito al ritiro dei grandi nomi dal settore della ricerca psicofarmaceutica, come i colossi americani Eli Lilly e Pfizer.
«In alcuni studi fino a un terzo dei pazienti non ha assunto i farmaci, nascondendo questa informazione al momento dell'arruolamento e falsando così i confronti con coloro che assumevano il placebo», ricorda Ravi Anand, direttore medico della società Newron, che concentra i suoi sforzi sulla schizofrenia. Inoltre non esistono biomarcatori utilizzabili per i disturbi mentali come la depressione, ciò che complica il compito dei valutatori.
Per il PTSD si prevede l'impiego dell'MDMA - Il ritorno in auge delle sostanze psichedeliche ha dato nuova vita a un settore che era stato abbandonato dai colossi farmaceutici e che ora viene riscoperto da una serie di attori minori, oltre che dal mondo accademico. A titolo d'esempio la scorsa estate l'azienda californiana Lykos Therapeutics, sviluppatrice di terapie assistite da psichedelici, ha sfiorato l'ottenimento del via libera sul mercato statunitense per un trattamento del disturbo da stress post-traumatico (PTSD) che prevede l'assorbimento dell'MDMA. Richiedendo i risultati di ulteriori studi, l'ente americano di vigilanza sanitaria FDA non ha seguito la sua controparte australiana, che un anno prima aveva autorizzato la somministrazione di MDMA per la stessa indicazione, così come di psilocibina per la depressione resistente al trattamento. In tutti i casi il settore appare in gran movimento.